- n. 5 - Luglio/Agosto 2018
- L’editoriale
Alberto Leanza
Finalmente siamo in estate, con le sue giornate lunghe e soleggiate che ci fanno pensare subito alle vacanze, ai cibi freschi, alle gite in barca, alle camminate in montagna, alle serate da trascorrere all’aperto. Ma in questi ultimi tempi la stagione più bella dell’anno comincia ad essere più temuta che auspicata, poiché gli innegabili cambiamenti climatici stanno producendo gravi effetti. Lo stiamo vedendo anche in questi giorni in cui un’inconsueta ondata di calore sta mietendo decine di vittime in Canada ed eccezionali alluvioni hanno causato la morte di circa 180 persone in Giappone, senza contare gli inestimabili danni economici.
Ciò, com’è noto, è il frutto dell’innalzamento del riscaldamento globale che sta incidendo in modo sempre più determinante sulle cause di mortalità. Basti pensare che il caldo record dell’estate 2003 ha provocato nella sola Francia 14.800 decessi, mentre in Italia nello stesso periodo si sono verificati 2.222 decessi in più rispetto all’anno precedente. Il caldo eccessivo metterà a dura prova l’organismo umano: studi scientifici attestano che oggi il 30% della popolazione mondiale è esposta ad un livello di calore potenzialmente letale per almeno 20 giorni all’anno e, secondo attendibili proiezioni, nel 2100 questa percentuale potrebbe salire al 74%, a meno di drastici interventi sulle emissioni dei gas serra.
L’innalzamento della temperatura influirà sulla vita, sulla salute e sulle cause di morte dell’umanità ad ogni latitudine non solo in maniera diretta, ma in tantissime altre forme non sempre prevedibili come l’aumento di fenomeni metereologici estremi, la diffusione di malattie tropicali in zone temperate, la proliferazione di incendi, l’avanzamento della desertificazione … insomma non si morirà di solo caldo! Siamo di fronte ad uno scenario complicato che deve indurre tutti -
in primis chi ci governa - ad una profonda riflessione e a mettere in campo ogni risorsa per cercare di contrastare al massimo questo fenomeno e preparare piani di azione per affrontare tutte quelle situazioni che in parte si ripercuoteranno inevitabilmente anche sul nostro lavoro.
Alberto Leanza