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Carmelo Pezzino

In ogni circostanza della propria vita gli uomini, quelli veri, dovrebbero legittimamente andar fieri di avere improntato il proprio comportamento alla coerenza ed al coraggio di sostenere, sempre, le proprie idee. Senza voler scomodare Leonardo Sciascia e la sua famosissima classificazione del genere umano ("uomini, mezzi uomini, ominicchi, ..., quaquaraqua"), ci pare fin troppo facile per chiunque collocare nella giusta categoria chi, negandosi al dialogo ed al confronto, dispensa strette di mano a destra e a manca e, perseguendo chissà quali obiettivi, cambia continuamente carro dal quale farsi trainare.

La funeraria italiana, lo diciamo da molto tempo, vive una stagione di rinnovamento sulla quale costruire solidamente il proprio futuro. C'è bisogno di chiarezza e non di confusione, si rendono necessarie strategie politiche ed economiche efficaci, si avverte a tutti i livelli - mondo imprenditoriale, istituzioni, operatori pubblici e privati - un forte desiderio di coesione, fondamentale per raggiungere, tutti insieme, i più elevati traguardi.

Non guardare mai al di fuori del proprio orticello ed inglobare in esso altri orticelli altrettanto poco fertili soddisfa certamente il super ego di chi, privo di idee, tende a mascherare le proprie carenze stringendo alleanze strombazzate pomposamente ai quattro venti con grande dispiego di superlativi, ma senza che emerga la benché minima traccia di contenuti e di programmi. E questo non aiuta certamente un settore che deve far fronte ad un momento contingente non del tutto favorevole e dove comunque sono in gioco le dinamiche economiche che regoleranno il mercato nei prossimi anni.

È un concetto che abbiamo già espresso più volte in passato: ciascuno, con grande consapevolezza, svolga bene il ruolo al quale è istituzionalmente deputato in un progetto globale improntato al dialogo e che veda tutti egualmente protagonisti.

Un forte segnale può venire dal mondo imprenditoriale che dovrebbe concretamente esprimere le proprie necessità e dettare i propri programmi, lasciando alle Federazioni solo il fondamentale compito di gestire le linee politiche utili a creare nuove opportunità e a far crescere professionalmente gli Operatori.

Compiere scelte di campo o, peggio ancora, dover aderire ad ogni sollecitazione comporta grande dispendio di risorse, anche economiche. Manifestare con chiarezza la propria posizione e spingere con forza alla coesione e all'unità di intenti permetterebbe di canalizzare ogni energia verso il raggiungimento di obiettivi veri.

Se questo dovesse realmente accadere ci ritroveremo a commentare una forte accelerazione nel processo di crescita dell'intero comparto. Con tutte le naturali positive ricadute su ciascun protagonista di questa impresa, molto meno ardua e complicata di quanto molti, uomini mediocri ed irresponsabili, ci vogliono far credere.

Buona lettura a tutti!

 
Carmelo Pezzino

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