- n. 4 - Luglio/Agosto 2014
- L’editoriale
Carmelo Pezzino
In un fondo pubblicato su “Il Giornale” di domenica 13 luglio Vittorio Feltri, prendendo spunto da un recente episodio di cronaca, ha espresso sul sistema funerario italiano alcune considerazioni che, seppur esposte con garbo e con ironia, hanno creato scompiglio nel comparto provocando immediate reazioni da parte di Associazioni e di singoli operatori che non hanno mancato di far sentire la propria opinione sull’argomento. La vicenda ha dimostrato ancora una volta, se mai ve ne fosse bisogno, la necessità di dare all’opinione pubblica una maggiore e migliore informazione sulle valenze, e non solo sulle problematiche, di una categoria che pur fra tante difficoltà svolge anche una fondamentale funzione sociale.
Facciamo nostri i contenuti della risposta inviata al Direttore Feltri da EFI-Eccellenza Funeraria Italiana e ve ne proponiamo un ampio stralcio: sappiamo bene che tante altre volte abbiamo affrontato questi temi, ma riteniamo che dar loro nuova evidenza possa sollecitare una ulteriore riflessione comune e una auspicabile più ampia coesione nel perseguire la strada dello sviluppo e della modernità.
“… Il sequestro di oltre 1.200 cofani funebri di legno provenienti dalla Cina, operato dai finanzieri del Comando Provinciale di Chieti, si è basato su una duplice motivazione: la violazione delle leggi doganali (con dichiarazioni mendaci che hanno comportato esenzioni dai dazi e pagamento minore dell’iva dovuta) e la non ottemperanza al Regolamento di Polizia Mortuaria attualmente in vigore nel nostro Paese, in particolare per quanto riguarda gli aspetti sanitari a tutela della salute e della sicurezza dell’intera collettività (… dei vivi, non certo di coloro che purtroppo non ci sono più!). Si tratta quindi di un provvedimento quanto mai opportuno, anche perché contrasta efficacemente la possibile messa in atto di una concorrenza sleale che si basa, fra altre cause, essenzialmente sul lavoro nero e sulla evasione fiscale. Il sistema funerario e cimiteriale italiano è attualmente regolato, a livello nazionale, da un Regio Decreto del 1934 aggiornato da un Regolamento di Polizia Mortuaria del 1990. È vero che molte Regioni (non tutte, però!), grazie al Titolo V della Costituzione, hanno legiferato sulla materia, ma si tratta di disposizioni non omogenee che generano difformità e confusione e che, sostanzialmente, in molti casi penalizzano i cittadini. È quindi indispensabile ed urgente il varo di una nuova Legge quadro nazionale sulla materia che risponda adeguatamente alle esigenze della collettività e che collochi il nostro Paese sugli standard delle nazioni più evolute. Dopo anni in cui la classe politica ha alimentato speranze poi rivelatesi vane, l’attuale Governo, e in particolare la Presidenza del Consiglio e il Ministero della Salute, pare avere intenzione di procedere ad un rinnovamento normativo. Proprio sotto la guida dell’attuale Ministro Beatrice Lorenzin, lo scorso anno sono state varate norme UNI sui cofani funebri che dovrebbero tutelare l’utilizzo di prodotti conformi e adeguati a garantire la necessaria sicurezza, legata anche a idonei materiali, spessori e stagionatura del legno. Relativamente ai costi, essi dipendono dalle scelte effettuate dai dolenti: la produzione italiana presenta modellistiche adatte ad ogni esigenza economica, pur mantenendo profili qualitativi di assoluta eccellenza. Non dimentichiamo che esistono, per chi li desidera, sarcofaghi funebri che sono autentiche opere d’arte, frutto di una maestria artigianale e industriale che fa parte del nostro bagaglio culturale e che tutto il mondo ci invidia: l’importante, però, è conferire a ciascun defunto il dovuto omaggio e la massima dignità.
I veri problemi del comparto funerario sono la polverizzazione dell’offerta commerciale, con molti operatori non qualificati ed adeguatamente strutturati che livellano verso il basso la qualità dei servizi erogati sconfinando spesso nell’illecito, e l’assoluta mancanza di controlli da parte dei Comuni, nelle grandi città come nei piccoli centri, che consente ai soggetti sopra citati di poter continuare ad esercitare l’attività senza averne titolo. Senza dimenticare che le auspicate riforme creerebbero nuova occupazione per almeno 25.000 soggetti! …”.
A voi ed alle vostre Famiglie l’augurio per una serena estate, di riposo e di tranquillità!
Buona lettura a tutti!
Carmelo Pezzino