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Carmelo Pezzino
Troverete come sempre, in allegato a Oltre Magazine, la Lettera del Presidente di Federcofit nella quale la Federazione manifesta pubblicamente pensieri che le sono propri e dei quali si assume totalmente ed esclusivamente piena responsabilità. Ci siamo sempre dichiarati convinti fautori dell’assoluta libertà con cui ciascuno può e deve esprimere quanto ritiene opportuno: accade così anche questa volta, anche se il notiziario di Federcofit contiene un articolo che attacca pesantemente ed inopinatamente quanto oggetto del nostro editoriale del mese scorso e relativo all’attività della Scuola Superiore di Formazione per la Funeraria e più in generale di Conference Service.
Riteniamo inaccettabile che in un lungo contributo, ovviamente non firmato ma quasi certamente ascrivibile al Segretario Generale Giovanni Caciolli, insieme a tanta aria fritta (o “fuffa”, come spesso lui stesso ama definire parole espresse a vanvera giusto per impressionare l’uditorio), siano volutamente contenute inesattezze o falsi storici facilmente smentibili.
Vi risparmiamo la cronistoria completa sulla nascita della Scuola Superiore di Formazione per la Funeraria che ha visto quasi sempre presenti Federcofit e Caciolli alle riunioni preliminari antecedenti il 2010 e agli incontri che, a partire dal mese di aprile dello scorso anno, si sono periodicamente ripetuti per dare concretezza al progetto con il desiderio di renderne protagoniste anche le due Federazioni. Sono stati momenti di confronto vivaci, in cui ognuno ha manifestato le proprie posizioni chiedendo qualcosa per sé e concedendo qualcosa agli altri. Ma, ciascuno dei partecipanti lo potrà testimoniare, denominatore comune è sempre stata la presunzione di Federcofit di essere detentrice, quasi in esclusiva, di un know how sulla formazione che non avrebbe eguali nel sistema funerario del nostro Paese. Costruito su cosa? Sulla formazione resa obbligatoria da alcune Regioni? Sull’essere stati partner del Progetto Caronte, di antica data e spesso ricordato? Sull’avere realizzato (ma quanti? e quando?) corsi di formazione specialistica dimenticandosi il fondamentale supporto ricevuto da altri soggetti (che, per modestia, preferiamo non menzionare)?
Frasi quali “ad un comune tavolo da pranzo non possiamo accettare di portare noi la maggior parte del cibo e di condividere tutto con chi porta solo briciole (Feniof? ndr) o con chi è solo capace di apparecchiare bene (Conference Service? ndr)” chi le ha pronunciate? Vediamole queste pietanze e, soprattutto, assaggiamole! Se poi ci si viene a dire che è falso affermare che esistano o che siano esistiti veti incrociati fra le Federazioni, vorremmo ricordare all’estensore dell’articolo i concetti espressi da alcuni dirigenti di Federcofit come preambolo all’ultimo incontro richiesto a Conference Service ed avente per oggetto la formazione: ci asteniamo, al momento, dal rendere pubblico il virgolettato per evitare di accendere ulteriori polemiche. Ma se Federcofit avrà il coraggio di sostenere che quanto sopra è falso, ci quereli: saranno i tribunali italiani (che avrebbero tanto altro di meglio da fare!) a stabilire, sulla scorta di prove documentali e testimoniali che certamente produrremo, dove sta la verità.
Comprendiamo bene le difficoltà con le quali deve confrontarsi al giorno d’oggi una Associazione di Categoria: la scarsa fidelizzazione degli Associati, una insufficiente predisposizione delle imprese a credere in queste Organizzazioni, una crisi economica generale che incide anche sulle campagne di tesseramento. Non vogliamo entrare in casa d’altri, come spesso ci viene rimproverato proprio da chi, in casa nostra, entra e inopinatamente disprezza il desco al quale, quando gli torna utile, continua a pretendere di sfamarsi. Ma abbiamo occhi per vedere, orecchie per ascoltare e un cervello per pensare autonomamente: siamo consapevoli di avere molto da imparare da chiunque, ma nessuno ci venga ad impartire lezioni su come comportarci.
Chi crede in un progetto e intende perseguire una strada comune lo dica chiaramente e pubblicamente; chi invece, anche su altri temi (vogliamo parlare di normative nazionali di riferimento?), ritiene di agire da solo o di sparigliare le carte in tavola per approdare ad altri lidi, lo manifesti a tutti con altrettanta chiarezza. Di falsi fraintendimenti, seguiti da ipocriti ravvedimenti e da successivi comportamenti quanto meno non coerenti, ne abbiamo le tasche piene! Chi vuole rompere i patti e andare dove più gli fa comodo si accomodi, se vuole; noi non escludiamo nessuno, ma non intendiamo costringere chicchessia a ritenersi obbligato ad una coerenza che evidentemente non gli appartiene. Poi, lo diciamo spesso, il tempo e il mercato sapranno giudicare e premiare chi più lo merita.
Buona lettura a tutti!

 
Carmelo Pezzino


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