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Nord e Sud tra sepoltura e ricordo

Tante le differenze, non sempre in linea con l’idea di maggiore attaccamento alle tradizioni nel Mezzogiorno e di modernità al Centro-Nord.

È impossibile, in un Paese come l’Italia, ricostruire un’immagine fedele della cultura funebre senza tenere conto di un vasto insieme di fattori riconducibili alla variabilità territoriale che, anche in questo campo, lo caratterizza.

Per cogliere almeno una parte di questa articolazione territoriale è opportuno partire dalla consueta distinzione tra Centro-Nord da una parte, Sud e Isole dall’altra. Pur cogliendo solo una componente di questa complessa varietà, tale classificazione è comunque sufficiente a dare conto di buona parte dell’eterogeneità che attraversa il Paese. Sono molti gli aspetti sui quali i residenti al Nord e al Centro si distinguono dai residenti nel Mezzogiorno. La tabella che correda questo articolo conferma l’esistenza di differenze considerevoli. Per ciascuna di queste due aree abbiamo comunque distinto anche tra contesti urbani e contesti rurali, in modo da consentire confronti tra territori relativamente omogenei, e comparare quindi il Nord urbano con il Sud urbano, il Nord rurale con il Sud rurale.

A un primo sguardo, molte differenze appaiono coerenti con l’idea, un po’ convenzionale forse, di un Sud tradizionale che si contrappone a un Centro-Nord saldamente radicato nella modernità e costantemente proteso verso il cambiamento. Limitiamoci ad alcuni indicatori dotati di una elevata carica simbolica, che suggeriscono immediatamente le distanze negli atteggiamenti verso la morte e il morire nelle due aree.
Il divario è visibile fin dalle modalità in cui viene vissuta l’esperienza della morte. La quota di decessi che avviene in casa anziché in ospedale cresce drasticamente passando dal Centro-Nord al Mezzogiorno. Anche nel campo delle cerimonie funebri le differenze sono innegabili. Fare le condoglianze di persona al funerale, oppure recandosi a casa del defunto, è una pratica decisamente più diffusa al Sud che al Nord, dove invece ce la si può sbrigare con una telefonata, o addirittura con un messaggio inviato anche solo dal cellulare.
Il funerale è corredato da un corteo funebre più frequentemente al Sud che al Nord. Sempre al Sud poi, assai più che al Nord, è ancora possibile rilevare perfino tracce, tutt’altro che trascurabili, dell’antico rispetto per la tradizione del lutto, inteso non solo come periodo di astensione da alcune attività, ma anche come adesione a determinati codici di abbigliamento: indossare abiti scuri, un bottone nero, una cravatta nera, una fascia nera al braccio o altri segni ancora che possono poi variare anche decisamente da un comune a quello limitrofo. Ed è, ancora, nel Mezzogiorno che più strenua è la resistenza alle innovazioni della cerimonia funebre - come quella che prevede che ai funerali in chiesa, oltre al prete, possano prendere la parola per parlare del defunto anche parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro e così via.

Diverso è il rapporto con la sepoltura e la memoria dei defunti. Rispetto alle aree del Centro-Nord, in quelle del Mezzogiorno si dà più rilevanza alla disponibilità di un sepolcro importante, e quando questa scelta non è possibile, la sepoltura a parete è sempre preferita a quella a terra. Viceversa, nel Centro-Nord, la preferenza per le cremazioni è più alta, e tra coloro che prediligono la cremazione, maggiore è la disponibilità alla dispersione delle ceneri.
La distinzione tra tradizione e modernità, però, appare da sola insufficiente a dare conto della variabilità territoriale della cultura funeraria italiana. Altri aspetti, infatti, sfuggono a questa classificazione semplificata. Comportamenti definibili come tradizionali, o comunque difficilmente interpretabili come moderni e secolarizzati, sono, infatti, più frequenti nelle regioni del Centro-Nord che in quelle del Sud. La tabella che presentiamo ne ha selezionati alcuni.
Alla morte ci si prepara in anticipo più frequentemente al Centro-Nord che al Sud e nelle Isole, lasciando ai propri cari informazioni importanti sul recupero di documenti, sull’accessibilità degli account personali, sulle decisioni da assumere rispetto ai trattamenti medici, alla donazione degli organi, esprimendo preferenze e scelte su funerali e sepolture.
Se nel Mezzogiorno il corteo funebre resiste più che al Centro-Nord, è in quest’area del Paese però che la partecipazione ai funerali è più alta, e più alta è la frequenza con cui i cittadini visitano i propri cari al cimitero dopo la loro morte. Anche la quota di cittadini che fa visita ai memoriali che si trovano sul ciglio della strade per commemorare le vittime dei troppi incidenti mortali raddoppia passando dalle regioni del Sud e Isole a quelle del Nord, nonostante tassi di mortalità dovuti a incidenti stradali siano di poco superiori. Ancora, rispetto alle regioni meridionali, in quelle centro-settentrionali le famiglie che dedicano uno spazio domestico ai defunti sono più numerose, la quota di persone a cui capita di parlare ai propri cari che non ci sono più, tanto al cimitero che nella vita quotidiana, è più alta, e maggiore è perfino la quota di chi dichiara di percepire che i morti esercitino una qualche forma di protezione sulle proprie esistenze.

Questa apparente discrepanza suggerisce che passando da un’area all’altra, più che il rapporto con la tradizione e la modernità, a cambiare sia il significato che i cittadini attribuiscono all’obbedienza alle prescrizioni relative ai defunti. Buona parte delle pratiche rispettate più convintamente nelle regioni meridionali che in quelle centro-settentrionali appare contraddistinta dal fatto di essere pubblica e visibile. Consideriamo la visita al cimitero. Le differenze tra Nord e Sud rispetto alla frequenza della vista al cimitero scompaiono se si considera il solo giorno della Commemorazione dei defunti. In questo particolare giorno, infatti, la quota di popolazione che fa visita ai cimiteri è suppergiù la stessa (superiore alla metà dell’intera popolazione). La differenza tra le due situazioni consiste nel fatto che visitare i morti nel giorno della Commemorazione dei defunti offre una visibilità pubblica maggiore di qualunque altro momento dell’anno, quando la possibilità di incrociare conoscenti si riduce drasticamente. In un contesto in cui la sensibilità nei confronti del giudizio della comunità è particolarmente elevata, la spinta a rispettare una tradizione nel giorno stabilito può rivelarsi irresistibile.
Le forti differenze fra Centro-Nord e Sud in questo campo, quindi, non sembrano riconducibili se non in parte a un diverso atteggiamento nei confronti della tradizione. Suggeriscono piuttosto l’esistenza di definizioni difformi dei rapporti tra l’individuo e la comunità a cui esso appartiene.

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