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Gianni Gibellini, Presidente di EFI - Eccellenza Funeraria Italiana

Diamo solidità alle nostre aziende!

Ha spento da pochi giorni la sua seconda candelina, ma tanta acqua pare essere passata sotto i ponti da quel 22 febbraio 2012 quando alcuni “illuminati” imprenditori decisero di dar vita ad EFI – Eccellenza Funeraria Italiana, l’Associazione che “intende aggregare e valorizzare le vere Imprese Funebri, in particolare quelle cui afferiscono le Case Funerarie attive nel nostro Paese e che rispondono a standard qualitativi eccellenti in termini di servizi erogati e di prodotti utilizzati”. Gianni Gibellini è il Presidente di EFI, affiancato da un Consiglio Direttivo dinamico e intraprendente che vede nel vice Presidente Alessio Salvato, nel Segretario Generale Leonardo Brunori e nei Consiglieri Alcide Cerato e Marco Bondoni le principali figure di riferimento. “In tutti questi mesi siamo stati sovente al centro del dibattito, non avendo mai mancato di far sentire la nostra voce sulle questioni più urgenti e più importanti, andando spesso controcorrente, ma mai rinunciando ad una coerenza di pensiero della quale andiamo particolarmente orgogliosi. Guardiamo diritto innanzi a noi, sollecitando interlocutori diversi a voler valutare con attenzione tutte le nostre problematiche”.
Quali sono, in estrema sintesi, i temi di più stringente attualità?
“La definizione e il riconoscimento della professione, la trasparenza nella acquisizione dei servizi, l’etica, la questione fiscale, l’attivazione di controlli, la professionalizzazione, i crematori e i cimiteri privati. In Italia esistono più di 6.000 partite iva abilitate allo svolgimento di un funerale! Ma quanti sono realmente operatori funerari? Quanti sono adeguatamente preparati e strutturati per potere svolgere una così fondamentale funzione sociale? Quanti invece lavorano in maniera improvvisata e superficiale, rendendo un cattivo servizio ai cittadini, nuocendo all’immagine della categoria e levando ossigeno a chi ha tanto investito in risorse umane ed economiche? Occorre definire con esattezza chi è impresario funebre, quali requisiti deve avere in termini di struttura aziendale, di professionalità, di qualità dei servizi. Chi rientra nei giusti parametri bene, gli altri o si adeguano o sono destinati a scomparire. Senza levare ad alcuno la possibilità di lavorare, ma introducendo controlli rigorosi sul pieno rispetto delle regole, con assoluta uniformità su tutto il territorio nazionale. Regole che devono essere applicate anche nella acquisizione dei servizi! Tutti conosciamo la triste realtà degli ospedali: anche in questo caso controlli rigorosi, e sanzioni pesanti, per combattere una fortissima concorrenza sleale che accentua i disagi di una situazione già fortemente compromessa da una eccessiva polverizzazione dell’offerta commerciale. Fondamentale è l’obbligatorietà di una Formazione Professionale qualificata e verificata per gli Operatori: essa è alla base dello sviluppo della nostra categoria e segna il confine invalicabile per chi vuole contraddistinguere la propria attività nel segno di una reale “eccellenza” orientandola ad un sempre più efficace svolgimento di prestazioni e di servizi di qualità. Infine, ed è una battaglia che EFI intende combattere fino in fondo, puntiamo sulla liberalizzazione nella realizzazione di crematori privati, anche all’interno delle Case Funerarie, e di cimiteri privati, in linea con quanto accade nei più evoluti Paesi della Comunità Europea. Alla luce delle attuali condizioni dei cimiteri (alti costi, scarsa sicurezza, frequente disorganizzazione, …) e dei crematori (ridotta funzionalità, tempi di attesa lunghi, …) è indispensabile che gli operatori privati godano di identiche opportunità rispetto a quelli pubblici eliminando obsoleti regimi di monopolio e consentendo a tutti i soggetti di potersi confrontare ad armi pari sulle sempre più evolute richieste della società contemporanea. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati economici prodotti dalla gestione, quanto meno disinvolta, della compagine pubblica. Lasciamo che sia il mercato a valutare e a decidere su chi riporre la propria fiducia”.
Due parole meritano di essere spese sulla proposta di Disegno di Legge presentata dal Senatore Stefano Vaccari sull’aumento delle detrazioni dei costi funerari e cimiteriali.
“È una iniziativa lodevole e siamo lieti di avervi contribuito, per quanto ci è stato possibile, avendo rappresentato al Senatore Vaccari le nostre proposte per una politica fiscale equa nei confronti dei cittadini e che faccia emergere la fatturazione sommersa e il lavoro nero che affliggono il nostro settore. In Italia, fino ad oggi, è possibile imputare come costi detraibili dalle proprie dichiarazioni dei redditi un importo massimo di 1.500 euro. Innalzare i limiti per la detraibilità ad un valore che contempli gli interi costi sostenuti (anche quelli cimiteriali e lapidei) e che non sia comunque inferiore ai 10.000 euro farebbe emergere in maniera evidente ogni elemento distorsivo facilitando le possibilità di controlli che dovrebbero essere puntuali, rigorosi ed efficaci ad opera delle preposte Autorità. L’attenzione dimostrata da Vaccari ci fa ben sperare sulla possibilità che in un prossimo futuro, sulla scia della spinta propulsiva che pare essere impressa dal Governo Renzi, la classe politica voglia finalmente mettere mano alla tanto auspicata Legge quadro nazionale anche per superare la disomogeneità sul territorio di regole e di comportamenti legati alle normative di quelle Regioni che già si sono espresse sulla materia: troppe volte siamo stati illusi e delusi, ma continueremo imperterriti a dare un segnale forte alle Istituzioni e alla opinione pubblica su una precisa volontà del comparto di procedere sulla strada del rinnovamento e della modernizzazione”.
Come occorrerà muoversi nell’immediato? E quali prospettive possiamo realisticamente intravvedere?
“Sarebbe necessario riallacciare il dialogo con tutte le espressioni del comparto per trovare identità di vedute ed un impegno comune a portare avanti le nostre istanze. Ma, ad essere onesti, se non ne siamo stati capaci fino ad oggi, ho forti dubbi su una repentina inversione di tendenza! Occorre far sentire la nostra voce a chi ci governa perché finalmente comprenda la vera essenza del problema e trovi soluzioni veloci, concrete ed efficaci. Occorre anche sostenere la parte sana della nostra categoria, quella che esprime i valori nei quali ci identifichiamo e per i quali intendiamo combattere la nostra battaglia. Non siamo interessati al numero di tessere, ma al raggiungimento di traguardi che diano solidità alle nostre aziende e che attenuino la forte preoccupazione che attanaglia me e tutti i Colleghi che tanto hanno investito e continuano ad investire sulla propria attività e che rischiano di vedere vanificato il loro impegno a vantaggio di avventurieri ed approfittatori che fino ad oggi hanno beneficiato del caos e della confusione”.
 
Carmelo Pezzino

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