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Affinché la morte sia senza dolore

Il convegno “Con dignità, senza dolore” ha permesso di fare chiarezza sul tema delle cure palliative e della terapia del dolore nell’ambito del fine vita, confutando alcune false credenze ampiamente diffuse nel nostro Paese.

Quando si parla di morire e di morte, ancora oggi esistono alcuni falsi “miti” che restano radicati nel tessuto sociale del nostro Paese. Si ritiene, ad esempio, che un tempo si morisse meglio di oggi, che le cure palliative servano ad accelerare la morte, che i farmaci impiegati per controllare il dolore provochino dipendenza, e che quindi sarebbe meglio evitarli.

Il convegno Con dignità, senza dolore, organizzato da SO.CREM Bologna sabato 12 gennaio 2019 presso l’Aula Giorgio Prodi nel capoluogo emiliano, ha permesso non solo di fare chiarezza sul tema delle cure palliative e della terapia del dolore nell’ambito del fine vita, ma ha anche contribuito a mettere in discussione alcune erronee convinzioni ampiamente diffuse sul tema del morire, che rischiano di allontanare i cittadini da strumenti fondamentali a garantire una morte senza dolore.

Sono temi – ha tenuto a precisare il Prof. Guido Biasco nella sua introduzione – sui quali si discute molto, eppure c’è ancora un po’ di nebbia, non più tanto in campo clinico  quanto piuttosto nella percezione, nella consapevolezza sociale, nel comune sentire. Ritengo quindi che eventi come questo rivestano una grande importanza per contribuire a fare chiarezza su temi sensibili quali quelli della cura, del prendersi cura e del fine vita”.
Di seguito presentiamo la confutazione di alcuni falsi “miti” riportando le parole dei relatori del convegno.

1° falso mito: in passato si moriva meglio.
“L’ideale di morire circondati dai propri cari, nel proprio ambiente domestico, non è un desiderio prettamente moderno: è un errore pensare che, in passato, si morisse in questo modo. In Italia e negli altri Paesi europei, soprattutto durante le crisi di mortalità dalla metà del Trecento alla metà del Seicento, e poi tra la fine del Settecento e all’inizio dell’Ottocento, un’alta percentuale di persone non moriva affatto a casa e talvolta nemmeno negli ospedali: si moriva spesso soli, nei lazzaretti o per strada, abbandonati dalle proprie famiglie che temevano il contagio e cercavano di arginarlo.
In Italia, inoltre, dove i legami famigliari verticali tra genitori anziani e figli adulti sono più forti che altrove, la percentuale delle persone che tra gli ultraottantenni oggi muore in casa è del 44%, mentre scende al 21% negli Stati Uniti e al 18% in Olanda”. (Prof. Marzio Barbargli)

2° falso mito: il dolore è solo fisico.
“La sofferenza inutile è un male che dovrebbe essere evitato nelle società civili, e dovrebbe essere evitato sia quando la malattia non è più guaribile sia quando la condizione clinica di disabilità è irreversibile e porta con sé dolore e umiliazione; quindi in tutte quelle condizioni di vita che sono andate al di là del limite dell’umana sopportazione. Quando parliamo di terapia del dolore dovremmo ammettere che, talvolta, la sofferenza psicologica merita di essere considerata su un piano di parità con la sofferenza fisica e quindi, se refrattaria ai trattamenti offerti al paziente, debba rientrare nei protocolli medici delle cure palliative”. (Maria Antonietta Farina Coscioni)

3° falso mito: le terapie non si possono interrompere.
“È molto importante che nel nostro Paese si sappia che tutti possiamo intraprendere cure impegnative, gravose, essere collegati a sostegni vitali e che c’è sempre la possibilità di interromperle. Non si entra in un tunnel senza uscita, in una condizione di schiavitù, di irreversibilità, di irrevocabilità del consenso prestato. E questo senza che vi siano rischi di eventuali responsabilità civili o penali del medico. Al malato che, ad esempio, abbia bisogno di essere intubato, le leggi oggi attive in Italia lasciano tre possibilità: essere intubato, non essere intubato, essere intubato e, qualora lo desiderasse, interrompere il trattamento sanitario, sapendo di non incorrere nel rischio dell’abbandono terapeutico”. (Prof. Stefano Canestrari)

4° falso mito: le cure palliative accelerano la morte.
“Le cure palliative sono un’assistenza globale che subentra quando la malattia non risponde più a trattamenti che hanno come finalità la guarigione. Il loro scopo non è quello di accelerare o differire la morte, ma è quello di preservare la migliore qualità di vita possibile fino alla fine, tenendo presente che non esiste un concetto universale di ‘Migliore Qualità di Vita’ e che questo è profondamente diverso da persona a persona”. (Dr.ssa Danila Valenti)

5° falso mito: non servono farmaci contro il dolore.

“Prendiamo come esempio il dolore provocato dal cancro. È convinzione diffusa che sia causato da un’azione meccanica: si sviluppa una massa e questa schiaccia vasi, tessuti, nervi. In realtà, il dolore da cancro deriva dalle sostanze chimiche liberate dalle cellule che, tramite i nervi, fanno partire lo stimolo doloroso che arriva fino al cervello. Per controllare un dolore che non è meccanico, ma chimico, l’unica terapia efficace è quella farmacologica: antinfiammatori e farmaci oppioidi (come la codeina o la morfina)”. (Dr. Oscar Corli)

6° falso mito: le terapie psicologiche non servono.
“Nel dolore sono presenti sia le emozioni (preoccupazioni, apprensione, rabbia, tristezza, paura) sia reazioni di tipo psicopatologico (ansia, depressione, nevrosi). La terapia psicologica viene in sostegno del paziente nell’affrontare l’esperienza globale della malattia, di cui il dolore è una delle parti ed espressione, contribuendo al mantenimento della migliore qualità di vita possibile, riducendo le tensioni, agendo sugli stati emozionali e psicopatologici sopra descritti e predisponendo il paziente a un atteggiamento migliore nei confronti delle terapie farmacologiche”.  (Dr. Gioacchino Pagliaro)

Il convegno dello scorso 12 gennaio è una delle molteplici iniziative rivolte ai cittadini che SO.CREM Bologna organizza al fine di promuovere una maggiore informazione delle tematiche legate al fine vita, affrontando spesso anche aspetti di tipo normativo e legale.
 
Alice Spiga


NOTA SULL'AUTORE
Alice Spiga, laureta in Lettere Moderne, è oggi direttrice di SO.CREM Bologna, società di cremazione fondata nel 1889.


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