- n. 2 - Marzo/Aprile 2023
- News aziende
Coccato&Mezzetti. Un’azienda che guarda al futuro
Precorritrice dei tempi in campo green e sempre attenta alla sicurezza, si prepara alle sfide dei prossimi anni partendo dall’e-commerce.
La storia della
Coccato&Mezzetti inizia negli anni ’80 quando
Pasquale Coccato e
Carlo Mezzetti decidono di unire le proprie forze e fondare l’azienda che porta ancora oggi i loro nomi.
Si può dire che la Coccato&Mezzetti è da sempre emblema di innovazione e attenzione all’ambiente ed è proprio su questi due importanti fondamenti che la produzione dell’azienda, nel corso degli anni, ha tirato fuori dal cilindro idee che hanno rinnovato l’intero settore. Prodotti come Salvazinco, Sabiosan, Promovita e Barriera sono presto diventati
irrinunciabili per chi opera nel comparto funerario perché alla base di questi progetti ci sono la grande attenzione alla sicurezza degli operatori e l’efficienza dei materiali. Fondamentale in questi anni anche la collaborazione con la Novamont SpA, con cui si è sviluppata e prosegue la produzione.
Vediamo come la Coccato&Mezzetti, da piccola azienda a conduzione familiare, è diventata una delle più importanti del settore.
La svolta Green
Anticipando i tempi, negli anni ’90
la Coccato&Mezzetti investì nella Novamont SpA introducendo, di fatto, i materiali bio all’interno di un mercato ancora poco attento nei confronti di questi prodotti e convertì la propria attività nella produzione di materiali bio sostenibili. Come già detto, la Coccato&Mezzetti è un’azienda che precorre i tempi e fu una delle prime a lavorare per quella che al giorno d’oggi verrebbe definita una “svolta green”. Ne abbiamo parlato con il CEO
Fabiano Vittorio Coccato, che ci ha spiegato come l’azienda abbia contribuito allo sviluppo e utilizzo di prodotti eco-compatibili in numerosi settori, tra cui quello funerario.
Come è avvenuta la svolta green della Coccato&Mezzetti?
È avvenuta ormai una trentina di anni fa, negli anni ‘90 quando abbiamo cominciato a lavorare all’utilizzo di materiali eco sostenibili grazie alla collaborazione con la Novamont SpA e allo sviluppo dei biopolimeri derivati dall’amido di mais, che oggi vengono usati ovunque. I sacchetti che danno ai supermercati per la spesa, ad esempio, e molti altri prodotti di uso quotidiano sono realizzati con questi biopolimeri. La Novamont SpA ha sviluppato in quel periodo il Mater-Bi®, un prodotto brevettato che ottenne i decreti necessari per l’utilizzo e che è ancora oggi quello che utilizziamo per la realizzazione dei nostri prodotti per il settore funerario. è negli anni ’90 che si iniziarono a chiedere materiali biodegradabili per l’interno dei feretri e noi decidemmo di convertire tutta la nostra attività produttiva in quel senso. Nel tempo siamo entrati anche in altri settori industriali come quello del food e del packaging e il sodalizio con la Novamont persiste».
Come sono cambiati i processi industriali?
Si sono evoluti con il progresso e oggi vengono usate tecnologie indubbiamente più moderne e performanti. Il Mater-Bi® ha avuto migliorie grazie alla ricerca Novamont sostenuta anche dal nostro supporto; adesso i granuli sono più performanti, i prodotti più resistenti e i costi più bassi. Questo è importantissimo soprattutto nel settore funerario dove dobbiamo rispondere a particolari certificazioni a rischio biologico. Dobbiamo garantire la salute degli operatori e la loro sicurezza è sempre il nostro obiettivo.
I granuli che utilizziamo sono pensati esclusivamente per il comparto mortuario che deve rispondere a resistenze meccaniche e virali per chi deve movimentare il feretro. Il nostro è sempre stato un impegno incentrato sulla sicurezza ed è proprio grazie a questo impegno di Coccato&Mezzetti che sono arrivati i primi decreti ministeriali sul polimero biodegradabile. Ad oggi ci sono altre aziende che lo usano ma noi abbiamo un know-how interno: noi compriamo i granuli e da lì sviluppiamo il prodotto».
Voi avete anche un e-commerce dove vendete i vostri prodotti?
Sì. Vorrei infatti sottolineare che siamo l’unica azienda funeraria italiana ad avere un e-commerce dove vendere i propri prodotti. Ci siamo accorti che Amazon insegna, in merito di vendita: investendo tempo e denaro su un progetto e-commerce professionale abbiamo capito che poteva funzionare, soprattutto in zone in cui non arrivano i fornitori sotto casa, come nel meridione, così 6 anni fa abbiamo aperto la nostra attività online. è una soluzione che funziona molto bene al sud, uno shop al quale non abbiamo messo limiti di fatturazione. Inoltre i nostri agenti del centro nord ci hanno assicurato che l’e-commerce è un supporto per la vendita: trovano comodissimo mandare il cliente sul sito; molti di loro hanno ampliato il portafoglio e fatturato grazie all’e-commerce.
A conti fatti abbiamo scoperto che e-commerce e rete di vendita producono molto di più quando sono in sinergia e la crescita è a due cifre ogni anno, nel ramo industriale. Questa avventura avrà anche altri risvolti e innovazioni che porteremo in campo funerario: noi investiamo molto sui giovani».
Immagino che in pandemia tutto questo abbia avuto un peso importante.
Definitivamente. è stato grazie alla nostra scelta di non esternalizzare i processi di produzione che in pandemia siamo stati l’unica azienda a produrre, garantendo le consegne durante tutto il periodo pandemico. Tra le altre cose, siamo stati anche la prima e unica azienda a produrre le mascherine chirurgiche necessarie per poter uscire durante il Covid-19. Lavoravamo su tre turni e siamo stati presidiati dalla Guardia di Finanza per evitare che la nostra produzione andasse dispersa. In pieno momento pandemico il sindaco di Codogno venne a ritirare il primo lotto di mascherine come gesto di speranza.
Noi ci rendevamo conto che c’era una forte emergenza per il nostro settore: c’era necessità di sacchi dove chiudere i corpi e di prodotti di sicurezza per gli operatori. Sentivamo la responsabilità morale di fare quello che potevamo. All’inizio non avevamo realizzato l’entità della tragedia, poi si è capito.
Dopo quel momento drammatico, in cui abbiamo sempre fatto il massimo per consegnare i prodotti, ad oggi, sono stati tanti i gruppi esteri a lusingarci, cercando di entrare nella nostra produzione, ma noi manteniamo totale indipendenza. Ovviamente abbiamo investimenti all’estero, ma la nostra produzione rimane 100% italiana».
Tanja Pinzauti