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Le Cimitière des Chiens

La necropoli parigina dedicata agli animali è una delle più antiche del mondo. Qui riposa anche il cane Rin Tin Tin.

Appena fuori dal centro di Parigi, precisamente ad Asnières-sur-Seine alla periferia nord della città, un fazzoletto di terra affacciato sulla Senna ospita “Le Cimetière des Chiens”.

In realtà il “Cimitero dei cani”, nel suo parco ameno, ospita parecchi animali tra conigli, uccelli, topolini e tartarughe. Tra i monumenti funebri, non mancano neppure animali esotici e curiosi come serpenti, gazzelle, un leone e qualche volpe fennec.
I francesi sono sempre stati un popolo d’avanguardia e nel caso specifico del cimitero dei cani, hanno mostrato il lato più aperto ma anche rivoluzionario del loro carattere.
Oggi sono ancora poche le città che dispongono di un cimitero per gli animali d’affezione ma la sensibilità verso tale tema è per fortuna sempre crescente; nella Parigi di fine ottocento, epoca in cui le carcasse degli animali venivano di norma gettate nella Senna, un luogo consono a questo tipo di sepoltura era avanguardia pura.
Ecco perché quando una società privata, fondata da due giovani visionari, eresse questo cimitero, fu data una svolta importante sia dal punto di vista culturale che pratico,
sul fine vita degli animali domestici. Un aspetto che fino a quel momento era poco considerato, visto che il cimitero in questione risulta essere con ogni probabilità il più antico in occidente. Le motivazioni che rendono il cimitero dei cani un'opera meravigliosa, riguardano sia il nobile ideale per cui è stato realizzato che la storia della sua costruzione e il suo aspetto esteriore, che lo hanno portato a essere inserito tra gli edifici patrimonio dell’Unesco.

La storia

La storia della nascita del cimitero è singolare.
Il progetto vide la luce nel 1899, anno in cui lo scrittore Georges Harmois e la giornalista Marguerite Durand fondarono una società assai curiosa per l’epoca: la Société française anonyme du cimetière pour chiens et chats (Società francese anonima del cimitero per cani e gatti). Insieme acquistarono il terreno su cui successivamente sorse la necropoli, con la precisa volontà di realizzare un luogo in cui mantenere vivo il ricordo del proprio animale da compagnia.
L’idea progettuale aveva lo scopo di trasformare una comune area verde in un luogo che avrebbe segnato la storia della città.
Come previsione, vi era l’idea di realizzare un grande colombario e una struttura monumentale adibita a museo per celebrare tutti gli animali. Successivamente però l’esecutivo dette vita ai giardini che ospitano tombe, statue, monumenti funebri e l’imponente ingresso.
I giardini sono stati suddivisi in quattro macro aree che definiscono i settori di riferimento: quello dei cani, dei gatti, degli uccelli e per finire quello che accoglie tutti gli altri animali.
I monumenti funebri, nella loro eterogeneità, raccontano le storie di chi li abita e l’amore dei loro padroni.
L’ingresso alla necropoli è maestoso ed ha il preciso scopo di accogliere il visitatore e accompagnarlo entro i confini sacri di questo singolare spazio simbolico.
L’entrata, con tre portali d’accesso come nei cimiteri monumentali, è stata progettata in stile Art Nouveau dall’architetto e artista francese Eugène Petit. Si apre sul vecchio ponte di Clichy, conosciuto per le opere senza tempo di Vincent Van Gogh.
Sebbene lo spazio dell’area di progetto fosse contenuto, la grandezza dell’opera ha fatto sì che negli anni venissero sepolti qui molti animali famosi.
E insieme alla tomba di Gribouille, l’amato e insostituibile cavallo bianco della fondatrice del cimitero Marguerite Durand, riposa in pace nel giardino anche il suo animale da compagnia: un leone!

Sono tanti gli animali famosi sepolti o ricordati qui: tra tutti non può essere dimenticato Barry, il cane San Bernardo che venne adottato dai monaci del monastero di Grand Saint Bernard. La specialità del caro Barry era quella di salvare coloro che si erano persi nella neve e, grazie al suo talento, aveva salvato ben 40 vite. Era venuto a mancare purtroppo durante un ultimo salvataggio e nel 1900 la direzione del cimitero fece realizzare un monumento a sua memoria. Il ricordo dell’animale era talmente grande che le sue spoglie vennero imbalsamate. Sono tutt’ora visibili nel museo di storia naturale di Berna. Fra gli altri monumenti degni di nota, senza dubbio vi è quello rivolto a tutti i cani che hanno perso la vita lavorando fianco a fianco con le forze dell’ordine, dimostrando grande dedizione e coraggio.

Nonostante si tratti di un cimitero realizzato in una piccola località, la sua fama ha valicato i confini francesi facendolo diventare un luogo conosciuto in tutto il mondo. Per questo, proprio qui, non poteva mancare la grande star: si tratta del celebre cane Rin Tin Tin.
Il cucciolo Rin Tin Tin era stato trovato un freddo pomeriggio di settembre da Lee Duncan, un soldato americano. Era il 1918 e la prima guerra mondiale sarebbe finita di lì a poco. Il pastore tedesco, sopravvissuto ai bombardamenti, grazie al suo padrone e dopo il loro ritorno nel continente, era diventato la prima star a quattro zampe della storia del cinema americano. Simbolo dell’eroismo nazionale e idolo dei bambini, il prodigioso animale aveva contribuito alla fama della Warner Bros e ancora oggi il suo nome ne evoca il ricordo. La leggenda vuole che non potè ricevere l’Oscar solo a causa del fatto che non fosse umano. Dopo la sua morte nel 1932 l’intero Paese era in lacrime e tutte le programmazioni radiofoniche vennero interrotte per darne la triste notizia.
Oggi la tomba di Rin Tin Tin è un monumento nazionale, simbolo del cimitero e viene visitata da un grande pubblico, costituito soprattutto da turisti americani, che lo ricorderà per sempre per le sue prodezze.

Nel 1987, con grande rammarico, la società che gestiva il cimitero guidata dai parenti stretti della Durand, aveva deciso di chiudere i battenti destando grande disapprovazione nella popolazione e nei proprietari degli animali sepolti all’interno. Negli anni, quello che all’inizio era solo un piccolo terreno ritagliato tra il ponte e il fiume, era diventato il simbolo della città. Ci fu quasi una sommossa popolare perché gli abitanti di Asnières-sur-Seine lo sentivano parte integrante della propria storia culturale. Finalmente, due anni dopo, l’amministrazione comunale riuscì ad acquistarlo mettendolo al sicuro per sempre.
Oggi, insieme alle anime degli animali defunti, risiedono qui anche i gatti della colonia felina gestita dalla direzione del cimitero. Chissà che un giorno non verrà eretto un monumento anche a loro.
 
Miranda Nera

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