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il Cimitero del Verano

Il progetto per la realizzazione di un cimitero comunale a Roma risale al periodo napoleonico, con l'incarico agli architetti G. Camporese e S. Stern di individuare nella città un luogo adatto per la sistemazione dell'area cimiteriale. I lavori nella zona prescelta per la costruzione presso la basilica di San Lorenzo fuori le mura, nel terreno originariamente appartenuto alla famiglia dei Verani e per questo denominato Campo Verano, iniziarono nel 1811. Numerosi progetti, affidati a diversi architetti, tra i quali G. Valadier, si susseguirono per la definizione del complesso del cimitero: la nuova struttura progressivamente nel periodo della Restaurazione riuscì ad assumere, non senza opposizioni verso le nuove modalità della sepoltura, le funzioni di inumazione assolte finora dai cimiteri delle parrocchie, degli ospedali e delle confraternite.
Sotto il Pontificato di Pio IX l'acquisizione di nuovi terreni per l'ampliamento del cimitero e il restauro della Basilica di San Lorenzo, oltre all'adozione di provvedimenti amministrativi relativi all'inumazione e al regolamento di polizia cimiteriale, dettero avvio all'effettivo funzionamento del camposanto. Nel 1859 furono definitivamente avviati i nuovi lavori per la realizzazione secondo il progetto di Virginio Vespignani, che proponeva la rielaborazione del modello tradizionale del campo santo con il portico. I lavori per il Quadriportico e l'ingresso monumentale furono conclusi dopo il 1870; fu realizzata la cappella di santa Maria della Misericordia con i depositi, sistemato il Pincetto e la rupe Caracciolo, isolata la basilica di San Lorenzo e aperto il piazzale antistante la via Tiburtina. La nuova funzione di capitale del nuovo stato italiano assunta dalla città di Roma portò a una serie di ampliamenti del cimitero i cui lavori furono affidati agli architetti comunali A. Mercandetti (1871) e G. Hersoch (1880). A quest'ultimo si deve il progetto di ampliamento con i nuovi reparti israelitico (dopo la chiusura del cimitero di Santa Sabina) e acattolico, la realizzazione del forno crematorio e dell'edificio per le autopsie e l'esposizione dei cadaveri (1888), la costruzione del serbatoio dell'Acqua marcia (1906). Nel 1890 su progetto di M. Moretti, succeduto ad Hersoch, fu realizzata la prima struttura dell'ossario, successivamente ampliata.
Oltre all'ulteriore ingrandimento del complesso dovuta all'acquisto di nuovi terreni nel 1912, la trasformazione più significativa del Verano avviene dopo la prima guerra mondiale con la costruzione del monumento Ossario dei Caduti Romani realizzato dopo un concorso nazionale (1922) da R. De Vico ed inaugurato nel 1928. Una altra memoria monumentale collettiva viene collocata nel 1930 come ricordo ai caduti del Sommergibile Sebastiano Veniero dello scultore Publio Morbiducci.
Il bombardamento del 19 luglio 1943, durante la seconda guerra mondiale, causa oltre ad ingenti crolli di parte della basilica di San Lorenzo anche notevoli danni al cimitero con la mutilazione di una parte consistente del Quadriportico. In questa occasione andarono perdute una serie di tombe, risalenti agli anni Sessanta dell'Ottocento, e parte degli affreschi delle lunette realizzati tra il 1860 e il 1870 dai maggiori rappresentanti della cultura artistica romana (tra gli altri F. Podesti, R. Bompiani).
Negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento le realizzazioni di edifici per loculi a più piani sono stati inseriti nell'originale tessuto architettonico e urbanistico della "città dei morti", con esiti di notevole alterazione del contesto.
La fisionomia del Cimitero è complessivamente caratterizzata dalla iniziale struttura ottocentesca del Vespignani (ingresso, Quadriportico e Cappella) a cui si accostano, secondo un progetto definito con parametri di qualità architettonica e urbanistica, grazie anche alle caratteristiche e all'articolazione del terreno, le realizzazioni di notevole interesse del Pincetto vecchio e del Pincetto nuovo, con manufatti di particolare pregio che vanno dagli ultimi decenni dell'Ottocento ai primi del secolo successivo. Con il suo patrimonio di opere d'arte il complesso monumentale del cimitero del Verano costituisce una sorta di museo all'aperto di inestimabile valore per la quantità e la qualità delle testimonianze, per l'interesse storico artico e di storia della cultura dalla metà dell' Ottocento sino a tutto il Novecento.
Numerosi i contributi dei maggiori architetti e scultori romani e italiani per la costruzione dei vari manufatti funerari (tra i tanti autori si ricordano: G. Koch, Pio e Marcello Piacentini, G. Monteverde, E. Ximenes, P. Canonica, E. Ferrari, D. Cambellotti). Di particolare interesse nel patrimonio artistico, per l'originalità della realizzazione e l'intrinseca qualità, sono la serie di ritratti funerari ottocenteschi di Filippo Severati, dipinti su lava, che costituiscono una interessante galleria della agiata borghesia romana committente di manufatti rappresentativi del proprio.
La Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma ha da tempo intrapreso un programma di salvaguardia e di valorizzazione di tale patrimonio culturale, da conoscere e conservare come parte preziosa di una eredità di cui i cittadini devono diventare in prima persona i conservatori per poterla trasmettere alle generazioni successive. In particolare è stata avviata una campagna di catalogazione scientifica delle tombe, già conclusa per la parte del Quadriportico e del Pincetto Vecchio, individuata come strumento indispensabile per predisporre strumenti e sistemi di tutela e conservazione del patrimonio funerario. Sono stati inoltre effettuati nell'ambito di un programma generale alcuni restauri su monumenti di proprietà comunale. Inoltre è in corso la messa a punto, in collaborazione con altre istituzioni preposte alla conservazione, di una sorta di "vademecum" con indicazioni di possibili interventi di manutenzione e restauro, affinché si diffonda tra tutti i proprietari di manufatti cimiteriali del Verano una generale attitudine alla conservazione.
Nel 2003 è stato allestito presso il Cimitero il Centro di Documentazione con finalità di studio, espositive e divulgative del patrimonio del Complesso del Verano.
 
Nicoletta Cardano

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