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Il cimitero di Sansepolcro

Sansepolcro, a metà del cammino tra Santiago di Compostela e Gerusalemme, luogo natale di Piero della Francesca, è circondato dalle colline di confine tra Toscana e Umbria che il pittore ha trasferito nel proprio spazio pittorico. Piero osserva spesso il paesaggio dall'interno dell'architettura; per lui il fondale è importante come lo è il punto di vista. L'applicazione prospettica straordinaria delle sue immagini impone la relazione tra occhio, architettura o Monumento e paesaggio con una evidenza didascalica. In questo anfiteatro avviene, per Piero, la comunione tra umano e divino del Battesimo di Cristo come quella della Resurrezione.
La piana è oggi occupata dall'antica città dalla industrializzazione recente, come l'alveo di un fiume colmo di oggetti disparati, lì confluiti. La collina, da lontano, è quasi intatta, più verde che marrone, perché rimboscata, nel nostro secolo, rispetto alla raffigurazione del San Girolamo e del Battesimo di Cristo pierfrancescani, ritratti, se pure idealizzati, di due diverse antiche stagioni del ciclo colturale. La conca e l'anfiteatro esistono ancora. La scena è ingombra, ma non compromessa per sempre.
In questo fondale si misurano Cielo e Terra, dall'azzurro al marrone, suggerendo i possibili materiali per l'architettura di un luogo tra vita e morte. Attraverso la pittura il tema della sepoltura e l'evidenza simbolica della croce che ne riassume la sostanza sembrano toccarsi. Poco lontano, ad Arezzo, il Mistero della vera croce costituisce una manipolazione del simbolo della croce in senso monumentale. Rispetto ad essa gli uomini stanno, come di fronte a raggiunta consistenza di opera costruita, dopo una ricerca, una battaglia, un sogno, il sogno rivelatore di Costantino. La croce si manifesta in una successione di variazioni dimensionali e di significato che ne guidano l'idea di costruzione, come definitivo riconoscimento. Gli occhi dei personaggi volgono al rispetto e alla ineluttabilità dell'opera, del simbolo resosi materico e misurabile.
Il fronte a monte dell'antico cimitero di Sansepolcro è architettonicamente apprezzabile e media il rapporto con la strada superiore e il piede della collina, mentre il fronte a valle, molto recente, non è che un retro, di qualità architettonica scadente, anch'esso affacciato su una strada. La collocazione del cimitero tra la città e la collina pone l'opera in un potenziale ruolo di mediazione tra il centro storico e il paesaggio.
Il nuovo cimitero si sviluppa su un tracciato rettangolare inglobando, completamente sul fronte sud e parzialmente sul fronte nord, il cimitero esistente costruito, attraverso vari accrescimenti, dal 1800 ad oggi. Il corpo perimetrale, costituito da una gradonatura in mattoni, si adatta agli andamenti altimetrici che variano, dal lato est al lato ovest, di circa 10 metri lineari, ma riporta il livello di sommità della muratura a un'unica quota.
Il cimitero appare così dall'esterno, sviluppandosi sul fronte più lungo per 150 metri lineari, una sorta di basamento delle colline. Chi sta all'esterno vede il basamento sorreggere il paesaggio, chi sta all'interno vede il paesaggio e il cielo.
Sul basamento è posto l'ossario, costituito da un grande corpo a croce, traslato rispetto agli andamenti ortogonali delle corti e dei campi e rispetto all'impianto perimetrale, direzionato con l'asse maggiore verso la Porta Fiorentina, da lassù visibile, antico accesso alla città storica. L'ossario è un luogo d'aria, sospeso fra cielo e terra: i materiali da costruzione, un volume privo di ermetiche chiusure, uno spazio filtrante senza serramenti né pareti, danno conto di questa condizione aerea.
La grande croce, passeggiata sospesa al cui interno sono depositate le ceneri, si affaccia in sommità al basamento perimetrale, verso la città, introducendo un percorso urbano preciso che indica il nuovo ingresso principale. Rispetto alla cinta muraria la croce, vuota ad eccezione delle cellette per gli ossari e disposta più in alto, quasi si smaterializza.

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