- n. 3 - Maggio/Giugno 2016
- Cimiteri d'Italia
Il Cimitero di San Michele in Isola
Una emozionante visita all’isola che ospita il cimitero monumentale della città di Venezia
Piazza San Marco è il primo luogo che viene in mente a tutti quando si parla di Venezia, a cui fa seguito il Palazzo Ducale con la storia dei suoi dogi, il Canal Grande, il ponte di Rialto, l’Accademia, Murano con le sue vetrate artistiche ed infine il Lido per l’importante mostra internazionale del cinema che richiama star da tutto il mondo. Oggi tuttavia vi
voglio parlare di un luogo diverso, ma altrettanto affasciante e suggestivo: il Cimitero Monumentale di San Michele in Isola.
La storia dell'Isola di San Michele
San Michele è la prima isola che si affaccia a nord di Venezia, davanti alle Fondamente Nove ed è attualmente la sede del cimitero della città. Quest’isola non fu sempre adibita a camposanto, la storia narra che un tempo era la
Cavana de Muran, dove i muranesi “parcheggiavano” le loro barche. In quest’isola, situata fra Venezia e Murano, le famiglie Briosa e Brustolana fecero erigere, nel X secolo, una
chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. L’interno del complesso architettonico costituito da una pianta a tre navate, presenta un interessante ed armonico insieme di monumenti e sculture, oltre a ricche decorazioni splendidamente inserite nell’elegante architettura dell’edificio.
Fu solo nell’Ottocento, con un lungo lavoro che si protrasse dal 1835 al 1870, che interrando il piccolo canale che divideva le isole di San Michele e San Cristoforo della Pace, si ottenne un’unica isola, quella attuale, per destinarla quale sede del cimitero cittadino.
La storia di quest’isola ha però radici assai più lontane. La leggenda narra che San Romualdo, fondatore dell’ordine camaldolese, vi avrebbe trascorso qui, prima dell’anno 1000, alcuni anni in eremitaggio diffondendo i principi ispiratori dell’Ordine che furono ben accolti dalle autorità locali tanto che nel 1212 l’isola fu ceduta a tre monaci camaldolesi che vi fondarono un monastero rimasto in attività sino al 1810 e dove negli anni vi soggiornarono, fra gli altri, frate Mauro, geografo e autore del famoso planisfero della seconda metà del Quattrocento, ora conservato presso la Biblioteca Marciana, e il futuro papa Gregorio XVI. Verso il 1300 la Sede Apostolica concesse al monastero il titolo di abbazia e nel 1400 venne eretto il chiostro detto “piccolo”, tuttora esistente, e il campanile. Alcuni anni dopo l’abate Pietro Donà affidò all’
architetto Mauro Codussi l’incarico di riedificare la chiesa. Dal 1817 al 1829 il governo austriaco usò il monastero come carcere politico (dove furono imprigionati anche Silvio Pellico e Pietro Maroncelli) e in seguito fu affidato ai Minori conventuali di San Francesco, che tuttora l’hanno in uso.
La visita al Cimitero
Una visita al cimitero di Venezia può trasformarsi in un viaggio emozionante, un pellegrinaggio nell’armonioso equilibrio che regna nell’aria dove la componente principale è “la quiete nel silenzio”, un’atmosfera non priva di una certa suggestione dove la tranquillità viene interrotta solo dalle strida dei gabbiani. Dal vaporetto, a mano a mano che ci si allontana dalla riva delle Fondamenta Nuove, si può scorgere il rosso dei mattoni dei muri di cinta e il verde scuro dei cipressi che contrasta con la bianca chiesa del Codussi che sovrasta la pavimentazione colorata del campo.
Quasi a voler attendere il visitatore sul portale del chiostro della vecchia abbazia camaldolese per guidarlo nell’area cintata del cimitero, troviamo un importante simbolo dell’iconografia cristiana: San Michele, l’arcangelo che, sconfiggendo il drago, si impossessa della sua immortalità. Una volta entrati, sono invece file di cipressi e di tassi e tombe antiche e logorate dal tempo e dalla salsedine ad accompagnarci nel nostro silenzioso cammino.
Il cimitero è famoso non solo per le opere artistiche che vi si trovano al suo interno, ma anche per i personaggi illustri che hanno scelto di essere sepolti in questa città unica al mondo. La prima cosa da sapere è che
si tratta di un cimitero pluriconfessionale che ospita defunti appartenenti a diverse religioni suddividendoli in vari reparti. Attraversare le zone cattolica, evangelica, ortodossa e israelitica, equivale a compiere uno strano viaggio dove ogni scenario è completamente diverso da quello precedente.
Tra le tombe celebri ricordiamo il poeta statunitense Ezra Pound, autore dei Cantos, condannato per propaganda antiamericana e internato in un campo di concentramento e poi in manicomio, che trascorse gli ultimi anni della sua vita in Italia. Vi è poi il grande compositore e innovatore della musica moderna Stravinskij, di cui si ricordano l’ Uccello di fuoco, Petruska e la Sagra della primavera e il grande impresario teatrale russo Diaghilev che riposa nel settore greco. Nel recinto evangelico è sepolto anche il poeta russo Brodskij, premio Nobel 1987, che ha attinto alle atmosfere veneziane per scrivere Fondamenta degli Incurabili. Nel cimitero di San Michele hanno trovato dimora eterna anche il musicista Luigi Nono, Cesco Baseggio, grande interprete goldoniano, lo psichiatra Franco Basaglia, il pittore e incisore Emilio Vedova, il calciatore e allenatore Helenio Herrera, Christian Andreas Doppler, matematico e fisico austriaco, e tanti altri nomi illustri.
All’ingresso vi è la possibilità di richiedere una piantina del complesso cimiteriale che vi aiuterà nella “scoperta” delle sepolture famose.
Stefano Montaguti