- n. 4 - Aprile 2002
- Cimiteri d'Europa
Vilnius
Nel cimitero di Rasos il tempo si è Fermato
DI AUDRONE VYSNIAUSKIENE E INDRE BALIULYTE
All'inizio del XIX secolo, in Lituania, come in tutta l'Europa, cambia il concetto dei cimiteri dopo la rinuncia a seppellire i defunti nelle cripte sotterranee e nei cortili delle chiese.
Il cimitero di Rasos a Vilnius, costruito nel 1801, è il primo cimitero di nuova concezione in Lituania, dopo che era stato vietato di seppellire i morti nei cortili della chiesa di S. Giuseppe Nicodemo presso la Porta dell'Aurora. Il cimitero di Rasos è stato edificato a sud-est della città, sulle belle colline di Ribiskes. Il suo nome deriva da una antica divinità pagano-lituana, Rasa.
A Rasa era dedicato un giorno di festa alla fine di gennaio. Alle colline presso Vilnius, dove si svolgeva la festa, era stato dato il nome di Rasos.
Il cimitero di Rasos ha una superficie di 10.8 ettari. Vi riposano molti professori dell'Università di Vilnius (la più antica dell'Europa dell'Est, costituita nel 1579), pittori, scrittori, compositori, militari e importanti personalità della cultura e della vita sociale di Vilnius e della Lituania. Qui sono seppelliti i militari lituani - e anche 26 mila civili - caduti nelle lotte per l'indipendenza della Lituania nel 1919-1920.
Il periodo dell'occupazione sovietica (1940-1990) è stato per il cimitero di Rasos un periodo di distruzione, lo stesso destino toccato a molti vecchi cimiteri cattolici, luterani, evangelici, ebrei, tartari di Vilnius e della Lituania.
Nel 1967 il cimitero di Rasos fu chiuso, utilizzando una legge del tempo, che lo permetteva una volta passati 25 anni dall'ultima sepoltura. In seguito il cimitero subì molti danni: vennero abbattuti i colombari, furono tolti i recinti, portati via e riciclati, distrutte molte lapidi. I cimiteri venivano visitati solo dai parenti per curare le tombe. Il KGB vigilava su chi entrava ad accendere candele sulla tomba del Patriarca della Nazione, Jonas Basanavicius, nel giorno di Ognissanti. Un gruppo di studenti, individuato dal KGB, fu per questo cacciato dall'Università.
Tante tombe, inoltre, erano già state abbandonate perchè nel 1939, quando Vilnius è stata riconsegnata alla Lituania, tanti polacchi che lì abitavano sono rimpatriati in Polonia (dal 1920 al 1939 la regione di Vilnius è stata occupata dai polacchi).
Si può dire che dal 1940 lo sviluppo del cimitero si è fermato: poche le nuove lapidi, immutata la planimetria. La sepoltura nelle tombe di famiglia nel cimitero di Rasos è ricominciata solo negli anni '80.
In Lituania i cimiteri che hanno mantenuto le caratteristiche architettoniche del XIX secolo sono pochi, perciò il cimitero di Rasos è stato iscritto al registro dei Beni Culturali Immobili della Lituania.
Esiste un regolamento d'uso: le nuove lapidi ora si costruiscono su progetti concordati e persone specializzate restaurano le vecchie lapidi, che hanno un valore storico e artistico.
Nel XIX secolo nel panorama del cimitero prevaleva la croce. Nei cimiteri dei villaggi risaltavano soprattutto le croci di legno.
Semplici, per la maggior parte fatte in legno di rovere, più tardi lavorate con vari disegni (fiori, uccelli, ornamenti geometrici), le croci venivano preferite alle lapidi in pietra come ornamento delle tombe. La tradizione della lavorazione delle croci lituana nel 2001 è stata iscritta nell'elenco dell'Eredità Immateriale dell'UNESCO.
Nei tempi passati era consuetudine fare visita alla tomba dei propri cari fintanto che il legno della croce non si disfaceva.
All'inizio del XIX secolo, quando l'economia del Paese raggiunse un livello più alto, anche gli architetti e gli altri professionalisti si dedicarono alla costruzione di nuovi cimiteri, con idee nuove e con materiali più durevoli e innovativi.
a cura di Gabriella Ruffini