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I cimiteri virtuali

Innovativi e futuristi sono gli attuali percorsi tecnologici e le diverse forme che permettono, attraverso l’utilizzo di specifici canali, l’inserimento del “sacro” e dei “rituali funebri” in molti aspetti della vita quotidiana. In tale prospettiva trovano identità i “cimiteri virtuali” che esprimono un modo nuovo di dare forma alla ritualità, condivisa e partecipata dalle comunità che navigano all’interno della Rete. Luoghi, o meglio siti, telematici, in cui vi è l’opportunità di seppellire e di commemorare persone, animali o addirittura oggetti defunti. Per coloro che non ne hanno mai visitato uno la rappresentazione può risultare improbabile o addirittura stravagante. Tuttavia questi spazi virtuali esistono e vengono utilizzati da un numero sempre maggiore di persone.
I cimiteri virtuali compaiono per la prima volta nel web oltre dieci anni fa. Il primo nasce il 28 aprile 1995 per volontà del canadese Michael Stanley Kibbee il quale, malato di cancro, decide di realizzare e di organizzare uno spazio virtuale in cui familiari e amici avrebbero potuto erigere monumenti inalterabili per i propri morti. Opere commemorative che a differenza di quelle reali non si deteriorano con il trascorrere del tempo e che possono essere visitate facilmente da chiunque e da qualsiasi punto del mondo.
Accedere ad un cimitero virtuale è molto semplice, senza necessità di alcuna procedura burocratica e tanto meno di alcun certificato medico: l’unica e imprescindibile condizione è quella della perdita del soggetto. Ciò vale sia per il normale visitatore, sia per chi invece desidera iscrivere talvolta solo virtualmente un congiunto o un amico. La funzione più diretta ed evidente è quella di esprimere la celebrazione di un rituale di sepoltura o di commemorazione. Come nel cimitero reale così in Rete si celebra la morte di un individuo attraverso l’omaggio alla sua memoria.
Nel cimitero virtuale possono essere rese disponibili differenti informazioni sul caro estinto. Se nella realtà le pietre tombali, per evidenti limiti di spazio, riportano solo la data di nascita e di morte con una fotografia e con qualche breve nota sulla vita o sulla personalità del defunto, nel cimitero virtuale invece si costruisce una memoria del de cuius ricca di notizie aggiuntive, sempre disponibile e inattaccabile. Una sorta di memoria che, per la sua immediata disponibilità legata al fatto di poter essere costantemente aggiornata attraverso l’uso del computer, facilita il ritorno alla normalità della vita da parte dei vivi, come se questa opportunità di accesso continuo alla memoria facesse da sostegno al dolente, permettendogli di tenere “aperto” il processo di elaborazione del lutto come attività consolatoria e di passaggio verso un nuovo equilibrio, nonostante il dolore. Sul piano fisico questa modalità corrisponde alla commemorazione, formalmente intesa come l’insieme di tutte le celebrazioni successive a quella del rituale di sepoltura. Per questo motivo la memoria correlata alla celebrazione in Rete tende ad assumere lo stesso significato e a possedere lo stesso valore di quella compiuta nella realtà.
Nel cimitero virtuale non vi sono orari di apertura e non vi sono vincoli di tempo o di spazio: per la commemorazione è sufficiente una connessione che, attivata da casa o dal luogo di lavoro, coprirà le distanze che possono dividere una città da un’altra, le persone e i ricordi.
 
Maria Angela Gelati

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