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A Pechino

China International Funeral Expo

Beijing, la capitale (jing) del nord (bei), a noi italiani meglio nota come Pechino, rappresenta oggi non solo il massimo centro amministrativo e politico dell'intera Cina, ma anche uno dei più importanti poli culturali del mondo, sviluppatosi tra l'altro grazie alla sua posizione geografica che lo ha reso crocevia di consistenti influenze straniere, nonché di scambi commerciali e culturali.
Negli ultimi anni la Pechino antica, culla dell'impero cinese e delle molteplici dinastie che si sono succedute nei secoli, è stata demolita per lasciare posto a numerose nuove costruzioni che hanno reso la città una capitale moderna e all'avanguardia; sono state realizzate grandi arterie per fare defluire un traffico sempre più intenso; locali alla moda, grandi magazzini e ristoranti si incontrano ormai in ogni percorso. Tuttavia, il fascino della tradizione orientale non è andato perduto, anzi; soprattutto grazie ad alcuni quartieri è rimasto intatto il sapore della storia.
Il centro della città è rappresentato da piazza Tian an men (letteralmente Porta della Pace) che, con i suoi 400.000 metri quadrati, è la piazza più grande al mondo, scenario delle più importanti e note manifestazioni del popolo cinese. Sulla piazza si affacciano il Palazzo del Popolo, l'imponente mausoleo di Mao Tse Tung e un lungo muro rosso interrotto a metà dalla Porta Tian an men, attraverso la quale si accede alla Città Imperiale. Questo complesso, conosciuto anche con il nome di Città Proibita - poiché l'accesso alle 10.000 stanze che esso accoglie era vietato al popolo - costituisce il più alto esempio di architettura cinese, con il suo susseguirsi di pagode, templi, corti e palazzi, conservati tali e quali li ideò e li costruì, tra il 1406 e il 1421, il terzo imperatore della dinastia Ming. La maggior parte di questi edifici è oggi adibita a museo, dove sono custodite collezioni di oggetti pregiati, avori, sete, porcellane, ori e pietre preziose che facevano parte del tesoro imperiale. Purtroppo gran parte di questa fortuna venne trasferita a Taiwan dai nazionalisti di Chiang Kai-shek nel 1949 quando fu proclamata la nascita della Repubblica Popolare Cinese.
A sud di Pechino sorge il Tempio del Cielo dove l'imperatore era solito compiere sacrifici due volte l'anno, in coincidenza con il solstizio d'estate e con quello d'inverno. Per l'occasione i sudditi dovevano chiudersi nelle loro case senza poter assistere al corteo imperiale che usciva dalla Città Proibita. Questa mirabile struttura comprende costruzioni in marmo bianco e legno, con tetti coperti da tegole blu - il colore del principe - sormontati da sfere dorate che richiamano la figura dell'imperatore.
Merita una visita anche il Palazzo d'Estate, delimitato a nord dalla "Collina della Longevità" e a sud da un lago artificiale: qui la corte imperiale era solita trascorrere il periodo estivo. Lungo la riva del lago vi è una galleria in legno lunga oltre 700 metri decorata con dipinti tutti diversi raffiguranti paesaggi, scene mitologiche ed episodi storici immortalati nella letteratura cinese. Al termine della galleria, nelle acque del lago, si scorge il famoso battello di marmo, la cui costruzione fu ordinata alla fine del XIX secolo dall'imperatrice per giustificare, non senza un velo di ironia, la sua decisione di dirottare su questo imponente progetto i fondi destinati allo sviluppo di una moderna flotta navale cinese.
Prima di lasciare Pechino non si può rinunciare a visitare quella che a ragione viene definita la più colossale realizzazione dell'uomo, l'unica visibile dallo spazio, la Grande Muraglia. Come molti sanno, essa fu eretta per contenere i barbari delle steppe mongole. Ma questo enorme serpente architettonico è stato concepito e realizzato anche per proteggere la coltivazione dei campi dalle incursioni dei popoli nomadi.
Queste costruzioni di indubbio interesse storico e culturale hanno fatto da cornice alla missione organizzata dal Consorzio Tanexport, i cui membri hanno voluto recarsi a Pechino per verificare quali siano le potenzialità del mercato cinese e quali opportunità di business si presentino loro, cogliendo l'occasione per visitare, tra l'altro, la prima edizione di China International Funeral Expo, manifestazione del settore funerario svoltasi dal 16 al 18 novembre. L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche da un nutrito gruppo di produttori del settore funerario italiano che si è unito a Tanexport con soddisfazione e interesse. L'itinerario è stato pianificato nei dettagli, per consentire ai partecipanti di mettere a fuoco la realtà cinese in ambito funerario e cimiteriale.
La delegazione italiana ha visitato la più importante casa funeraria di Pechino, comprendendo meglio grazie a questa opportunità le peculiarità che diversificano il rito, le pratiche e la tradizione cinese da quelli occidentali, prima tra tutte l'ingente ricorso alla cremazione, divenuta obbligatoria in un paese minacciato da un continuo ed esasperante aumento demografico. La sosta alla casa funeraria è stata piacevolmente allietata dall'incontro con il Presidente della Fiat-Ifta, Josep Cornet, che ha partecipato insieme al Presidente del Consorzio Tanexport, Nino Leanza, alla visita del cimitero annesso alla struttura.
Tra le altre mete del viaggio nel panorama funerario di questo Paese, da ricordare la visita ad un cimitero pechinese che ospita al proprio interno riti e sepolture legate a molteplici culti religiosi, da quello buddista a quello taoista, a quello cristiano. Qui, davanti ad alcune tombe, sono deposti oggetti di vario genere legati alla vita del defunto: frutti di stagione, bottiglie, ninnoli sono accuratamente sistemati accanto alle fotografie. Onnipresenti davanti a ciascuna tomba sono le piccole sculture in marmo bianco raffiguranti una coppia di leoni, posti davanti alle ceneri per proteggere i morti dagli spiriti maligni.
La giornata dedicata alla visita della manifestazione fieristica non è stata meno interessante. Sorpresi nel vedere una massiccia affluenza di visitatori, locali ma non solo, e soddisfatti nel constatare che anche in Cina il settore funerario è in evidente espansione, i produttori italiani hanno avuto l'occasione di verificare personalmente le novità presentate dalle aziende cinesi in tutti i settori merceologici più rilevanti. Accanto a cofani di qualità medio-bassa, si è visto anche qualche prodotto italiano, segno tangibile che il design e l'originalità del nostro stile non teme confronti e non conosce confini. Numerose anche le urne - molto diffuse quelle realizzate in giada - e, in misura minore ma comunque significativa, gli impianti di cremazione (comprensibile, vista la diffusione di tale pratica nel paese). Tra gli espositori, da segnalare la presenza di alcune aziende europee, come  Pludra, IFZW e Biondan, i cui bronzi facevano mostra di sé nello stand - sempre affollato - di Omino, distributore per la Cina anche delle fotoceramiche di Polistampa, a confermare ancora una volta che il prodotto italiano di qualità raccoglie consensi e riscuote successo ovunque, anche in un mercato così lontano e ancora poco conosciuto come quello cinese che potrà riservare alle aziende italiane proficue collaborazioni e interessanti opportunità di business.
 
Sara Martini

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