- n. 7/8 - Luglio/Agosto 2006
- Cultura
Le ceneri dell'India
La diffusione e la molteplicità dei riti praticati in
India rende certamente difficile una unica direzione di riferimento. Tuttavia le cerimonie che riguardano la morte sono di grande importanza nella religione
Hindu, profondamente influenzata dalle dottrine concernenti l'anima, o
atman, e la propria reincarnazione. Per questo motivo gli
Hindu auspicano la nascita di almeno un figlio maschio, in quanto solo un maschio può eseguire i riti funerari necessari affinché l'anima, distaccata dal corpo, possa successivamente avanzare. Le procedure del commiato sono di norma lunghe e complicate, ma possono variare a seconda della casta del deceduto o del gruppo cui esso apparteneva. In
India il destino del corpo è generalmente la
cremazione. Esistono regole rigide in merito al trattamento del cadavere, al modo in cui esso deve essere avvolto, allo svolgimento del corteo funebre. Regole ugualmente rigide si applicano alla disposizione della pira, alle sue dimensioni e al legname che deve essere impiegato.
Nella fiorente e caotica metropoli di
Mumbai (Bombay), a
Marchi Carowe road, varcare la soglia del "
Bombay hindu burning and burial grounds commitee" (Jagannath Shankar Sath Smashan Bhoomi) significa oltrepassare un grande cancello sormontato da un arco e il monumento dedicato al primo membro hindu del Concilio Legislativo della Comunità di Bombay, suo fondatore nel 1872.
Si tratta del più grande cimitero della città e tra i più importanti dell'India; un luogo aperto, protetto da un grande albero, il
Pipal tree, considerato sacro poiché si racconta che il saggio
Buddha abbia ricevuto l'illuminazione sotto le fronde di una di queste piante. Proprio all'interno del cimitero, presso il
Pipal tree ornato di fiori, si radunano le persone per accendere incensi e candele o per pregare
Shiva, ovvero quell'aspetto di Dio che indica la distruzione e che, secondo gli induisti, dopo
Brama, Dio della creazione, e
Vishnu, Dio della conservazione, è indispensabile per perpetuare attraverso la morte il ciclo delle rinascite.
Oltre il grande albero si giunge al luogo di cremazione vero e proprio, dove sono situate nove piattaforme destinate ad accogliere ciascuna il corpo di un defunto, portato sulla lettiga da quattro uomini e seguito dai congiunti. Di fatto quando sopraggiunge il corteo funebre i dolenti si fermano a pregare nei pressi del grande albero, davanti alla immagine di
Shiva, e successivamente si dirigono alla piattaforma a lato della quale si accenderà il fuoco. Quando il corpo del defunto - ricoperto, ad eccezione del volto, da un lenzuolo bianco che viene rimosso - è posto sulla piattaforma, si entra in quella fase del rito nella quale le spoglie vengono posizionate sulla pira, il cui legno varia a seconda del peso del corpo e della casta cui appartiene la famiglia. Nei funerali comuni, che hanno un costo medio di duemila rupie, viene impiegato il legno di mango, mentre per le alte caste o per coloro che vengono considerati santi, come per esempio
Madre Teresa di Calcutta o
Indira Priyadarshini Gandhi, si utilizza il sacro legno di sandalo. Ulteriori regole definiscono i rituali di purificazione che hanno luogo attorno alla pira ed il ritorno a casa del corteo funebre dopo il tramonto.
Durante il processo di cremazione, che dura quasi tre ore, può capitare di vedere raffigurato il segno che ricorda, pur con un significato opposto a quello altrimenti noto, la
swastika, immagine del desiderio, del benessere e dei buoni auspici ed elemento culturale che rappresenta l'
Om, il cui simbolo deriva da
swasti, felicità, documentato in Europa ancora prima della propagazione del Cristianesimo.
Gli
Hindu per esprimere devozione e rispetto per l'anima dipartita chiamano rispettosamente
phool, alla lettera "
fiori", i resti che si presentano sotto forma di ceneri. Così come i bambini vengono simbolicamente chiamati "
frutti", è appropriato riferirsi alle ceneri degli antenati come "
fiori". È abitudine raccogliere le ceneri il quarto giorno dopo la morte. Esse vengono quindi immerse in fiumi sacri come, ad esempio, il
Gange. Se non è possibile compiere immediatamente tale operazione, esse vengono conservate in un armadietto non lontano dal
Pipal tree. I saggi religiosi ritengono che il viaggio del defunto verso la casa eterna non possa avere inizio finché le ceneri non vengono consegnate al fiume.
Altra convinzione diffusa sulla consegna delle ceneri al
Gange e agli altri fiumi sacri riguarda il fatto che l'acqua di questi corsi è usata ampiamente per irrigare larghi tratti di terra. Giacché i fiumi scorrono di continuo e si separano dalle sostanze nutrienti che le loro acque contengono, il contenuto nutritivo si riduce. Poiché le ossa sono costituite da
fosfati, ingredienti essenziali per la crescita dei cereali, le ceneri consegnate ai fiumi arricchiscono di tali sostanze l'acqua che irriga i campi e le colture. L'intento finale di assicurare che gli elementi del corpo ritornino, dopo la morte, alla natura viene così raggiunto.
Maria Angela Gelati