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Il caso Toscana

Il 7 giugno, presso la Camera di Commercio di Pisa, Federcofit ha organizzato una conferenza stampa per denunciare l'anomala situazione di questa Regione dove una ricchissima e diffusa rete di organizzazioni onlus (Misericordie, Pubbliche Assistenze, …) operando, con una serie di privilegi, anche nel settore delle onoranze funebri, crea danni e disagi agli imprenditori privati, penalizzati da una concorrenza aggressiva e poco corretta.
All'incontro erano presenti Piero Spagnoli, vice presidente nazionale, Giovanni Caciolli, segretario generale, Massimo Mattei, del direttivo nazionale, e Athos Giannecchini, presidente di Federcofit Toscana, che, stigmatizzando il problema, hanno presentato un documento di sintesi sul comparto funerario in Toscana ed hanno preannunciato una serie di iniziative che si concretizzeranno nell'immediato in una lettera all'Assessore Regionale alla Sanità, Enrico Rossi, ed a tutti i Sindaci della Regione e in azioni, anche giudiziarie, a tutela di ogni diritto leso.


"IL COMPARTO FUNERARIO IN TOSCANA

Questo non ultimo bienno il numero dei decessi in rapporto con la popolazione:
- anno 2000, numero dei decessi 40.988, pari a 11.6‰ della popolazione
- anno 2001, numero dei decessi 40.385, pari a 11.4‰ della popolazione

In Toscana operano circa 250 Imprese di Onoranze Funebri. In Lombardia le Imprese di Onoranze Funebri sono oltre 750 unità, con 84.000 decessi. Anche da questo dato emerge una marcata peculiarità di questa regione. Le Imprese di Onoranze Funebri toscane sono piccole imprese, in genere familiari, con qualche rara eccezione di dimensioni più consistenti. La Toscana, eccezione nel panorama delle Regioni italiane, presenta una ricchissima e diffusa rete di organizzazioni onlus (Misericordie, Pubbliche Assistenze,…) di diversa estrazione, confessionale e laica, che si occupano, oltre che di assistenza sanitaria e di interventi solidaristici, anche di onoranze funebri, attività prettamente commerciali sicuramente non marginali in termini assoluti ed in relazione al mercato specifico, gestite in diretta, e censurabile, concorrenza con gli operatori privati, utilizzando le tecniche più aggressive in uso nel commercio.
Questa realtà interessa oltre l'80% dei comuni toscani ed incide per circa il 60/70% dei servizi funebri effettuati nella regione. In numerosi comuni, ed in alcune province, non vi è più spazio per imprese private che, conseguentemente, hanno cessato la loro attività. Nella provincia di Prato non c'è più alcun operatore privato in attività, nel comune di Rosignano, di Scandicci, Aulla e tanti altri, se qualche operatore mantiene un ufficio, lo fa esclusivamente per testimonianza, in attesa di tempi migliori; nel comune di Pistoia su circa 1200 decessi gli operatori privati ne svolgono appena 200, e potremmo continuare. Rari sono i comuni, come quello di Sesto Fiorentino, che non vedono la presenza, attiva nel settore, delle Organizzazioni no-profit. La presenza delle Misericordie affonda le proprie radici in tempi lontani, addirittura nel 1300-1400, ed alcune Pubbliche Assistenze sono centenarie.

Nel passato, il loro intervento si limitava al tradizionale servizio di "necroforaggio", i fratelli, per intendersi, che, con i tradizionali abiti lunghi, accompagnavano la salma al cimitero, limitandosi al solo trasporto funebre, senza intervenire sugli aspetti commerciali delle Onoranze; oggi l'intervento di queste organizzazioni è diretto sulle attività commerciali, in concorrenza con gli operatori "regolari". Le azioni che vengono messe in atto configurano una concorrenza, oltre che aggressiva in termini commerciali, scorretta.
Si diffondono in modo generalizzato pubblicità, distribuite in tutti i luoghi, anche quelli inibiti per consolidate normative generali, camere mortuarie, pubblici uffici, che mescolano disinvoltamente la promozione di attività "istituzionali" (il 118) rivolte, ovviamente, a tutti i cittadini, con attività commerciali (le onoranze funebri), tollerate solo se rivolte ai soli associati; si conducono vere campagne pubblicitarie in condizione di dumping, come si sta verificando a Viareggio; si utilizzano prestazioni di manodopera volontaria, utile e benemerita se impegnata in azioni di assistenza, certamente fuori norma se usata in attività commerciali; addirittura queste Organizzazioni godono di pubblici finanziamenti per l'esecuzione di servizi propedeutici e funzionali all'acquisizione dei servizi di Onoranze Funebri: il trasferimento delle salme dai reparti ospedalieri di decesso alle Camere Mortuarie. Così si possono contattare i familiari, per le onoranze, prima di ogni altro operatore e, nel contempo, si maturano ben Lit. 100.000 (oggi tradotti in Euro) per ogni operazione.
L'attività di Pompe Funebri è una attività complessa e particolarmente costosa, se esercitata nel puntuale rispetto delle leggi dello Stato, a partire dalla L. 626/94, quella per la sicurezza del lavoro. Ogni trasporto funebre deve essere eseguito con l'impiego di quattro addetti regolarmente inquadrati. Poterli sostituire con personale volontario sarebbe per tutti un enorme beneficio, anche se dalle conseguenze imprevedibili. L'intervento delle onlus, spesso presentato, surrettiziamente, come calmiere dei prezzi, è decisamente censurabile ed inaccettabile perché non rispettoso delle regole e, quindi, capace solo di falsare le normali condizioni operative. Si deve ritornare al rispetto della legge nell'intervento delle onlus in queste attività prettamente commerciali.

Profondo è il nostro rispetto per il diffuso tessuto del volontariato toscano, come molto positivo è il giudizio che esprimiamo per le attività sussidiarie, in materia sanitaria, gestite da Misericordie, Pubbliche Assistenze e Croce Rossa: ne apprezziamo il valore e ne sosteniamo l'azione nei vari modi possibili. Valutiamo positivo l'accordo sottoscritto dalla regione Toscana, nella persona dell'allora Assessore alla Sanità, Martini, e dalle Associazioni no profit della Toscana "Accordo quadro regionale per la regolamentazione dei rapporti tra le aziende unità sanitarie locali ospedaliere e le associazioni del volontariato e la Croce Rossa Italiana per lo svolgimento di attività di trasporto sanitario".
In questo accordo vi è un punto che deve essere immediatamente eliminato. La Regione finanzia non solo le meritorie attività di assistenza tramite le autoambulanze, ma permette alle strutture ospedaliere toscane di utilizzare le Organizzazioni del volontariato per trasferire le salme dal reparto dove si è verificato il decesso alla Camera Mortuaria dell'Ospedale, dietro un compenso di Lit. 100.000 per ogni servizio. Negli Ospedali dove questo servizio viene svolto da queste Organizzazioni si verifica il risultato che la stragrande maggioranza dei funerali vengono contrattualizzati e svolti da queste Organizzazioni. Evidentemente nel mentre si trasferisce la salma in Camera Mortuaria si svolgono anche le operazioni per "commercializzare" il funerale. Si realizza, quindi, una commistione tra compiti istituzionali ed attività commerciali particolarmente negativa e capace solo di determinare illegittime posizioni dominanti sul mercato reiteratamente condannate dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e da numerose sentenze dei TAR Regionali. Recita, infatti, una recentissima sentenza del TAR della Regione Emilia Romagna:
"... a proposito della gara per l'appalto del servizio di raccolta e trasporto salme dal luogo del decesso al deposito di osservazione o all'obitorio, bandita dal Comune di Bologna, questa sezione ha ritenuto immune da vizi la prescrizione per i partecipanti di 'non svolgere attività di onoranze funebri e/o servizi direttamente connessi' …. essendo tale prescrizione volta a perseguire un'esigenza di tenere assolutamente distinte e non interferenti tra loro, la sfera pubblicistica (di svolgimento di talune operazioni di polizia mortuaria) e la sfera commerciale (di fornitura del servizio funebre), esigenza di cui è difficilmente contestabile la rispondenza ad un preciso interesse pubblico".
Molteplici sono, quindi, i motivi per sollecitare una riflessione approfondita sullo stato delle cose in Toscana e per procedere con urgenza ad avviare incisive correzioni. Per parte nostra, presenteremo nelle competenti sedi della Magistratura alcuni esposti per attivare analisi attente dei fatti e per individuare le correzioni da apportare al modus operandi.

Federcofit e gli operatori del settore non vogliono ostacolare il volontariato, anzi…; l'obiettivo della categoria è sollecitare una analisi ed una valutazione che aiuti tutti a fare bene il proprio mestiere, nel rispetto delle norme, nella piena valorizzazione della professionalità necessaria, nella massima trasparenza e rispetto della volontà dei cittadini. Per rendere chiari questi obiettivi, Federcofit ha inviato a tutti i Sindaci della Regione Toscana una nota per illustrare un intervento finalizzato a difendere gli spazi operativi della categoria, dichiarandosi pronta ad ogni confronto, approfondimento con tutti i soggetti, istituzionali e sociali, consapevole che il percorso per correggere deviazioni, recuperare rapporti, ridefinire corretti spazi di intervento, non sarà né facile, né breve, anche se obbligato per tutti.
Alla Regione è stata chiesta una soluzione immediata in merito al trasferimento delle salme dal reparto ospedaliero del decesso alla camera mortuaria. Questo servizio deve, da subito, rientrare nelle competenze e negli obblighi della stessa struttura sanitaria. La Regione deve mettere fine a questa assurda disparità di trattamento a tutto vantaggio delle onlus e si deve dichiarare nullo l'accordo su questo aspetto. È stata presentata una specifica richiesta all'Assessore, fiduciosi, come è stato nel passato, della comprensione su questi problemi.
A tutti i Comuni è stato chiesto che si proceda a controlli più frequenti sui servizi funebri svolti da tutti i soggetti, onlus ed operatori privati, per accertare il rispetto delle leggi e garantire, quindi, i diritti dei cittadini utenti. Il Comparto Funerario italiano sta affrontando, in Italia, una fase di grandi trasformazioni, con il prossimo varo del Regolamento di Polizia Mortuaria. Ci auguriamo che gli interventi messi in atto in Toscana possano permettere anche all'imprenditoria di questa regione di non perdere un treno molto importante per tutti, per le Istituzioni, per i cittadini e per gli operatori che, a vario titolo, intervengono sul settore.
 
Roberta Balboni


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