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Terracielo. Anche Vignola ha la sua Casa Funeraria

Inaugurata ufficialmente a Vignola la quarta Casa Funeraria Terracielo.

Dai primi di maggio di quest’anno la provincia di Modena può contare su un nuovo e moderno complesso dove salutare i propri cari.
È Vignola ad accogliere l’ultima Casa Funeraria Terracielo, un nome che è sinonimo di innovazione ed efficienza nell’ambito dell’architettura per il commiato.

Tutto è partito dal coraggioso e visionario progetto di Gianni Gibellini, l’imprenditore a capo del Gruppo Cofim Spa, quando nel 2011 ha portato a termine la realizzazione la prima funeral home Terracielo nella città di Modena. La grande accoglienza della comunità nei confronti di uno spazio dedicato ai defunti che fino ad allora di fatto non c’era, ha messo in luce l’esistenza di un forte bisogno, anche se sino a quel momento inespresso, di poter usufruire di un contesto diverso dove dare l’addio ai propri congiunti. Per questo nel 2015 è stata inaugurata Terracielo Mirandola, seguita, nel 2019, da Carpi.

È ora la volta di Vignola, una cittadina di 25.000 abitanti, capoluogo dell’Unione “Terra dei Castelli”, un comprensorio di notevole rilevanza abitativa ed economica, che ingloba comuni come Spilamberto, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Savignano, Marano e Zocca, dove la gente è abituata a standard elevati e a servizi di qualità.

Terracielo Vignola, realizzata con un investimento di circa 3,8 milioni di euro, è una struttura di notevoli dimensioni che si sviluppa su un’area di 2.000 mq suddivisi su due livelli. L’aspetto d’insieme ricalca lo stile inconfondibile delle altre Case Funerarie appartenenti al gruppo: analoga la scelta dei materiali, dei colori e degli arredi, espressione di sobrietà ed eleganza. Si viene subito accolti in un piccolo giardino interno dove anche qui è presente l’acqua (elemento altamente simbolico, oltre che calmante e rassicurante) che scorre ricoprendo un’intera parete muraria alta 7 metri e larga 2,5 creando un grande effetto scenografico.
Anche l’organizzazione degli spazi interni riprende il modello attuato nei precedenti edifici. Sono sei le sale del commiato dai nomi molto particolari e suggestivi: Sala della Fioritura, Sala della Rocca, Sala del Fiume, Sala del Barozzi, Sala dei Ciliegi, Sala della Vigna.

«La scelta dai nomi mi è stata suggerita dal compianto giornalista modenese Roberto Serio, scomparso prematuramente quasi un anno fa - spiega Gianni Gibellini - che intendeva rendere omaggio alle eccellenze e alle caratteristiche del territorio: dalla produzione della famosa ciliegia, al suo bellissimo castello, dal fiume Panaro che l’attraversa, all’illustre architetto cinquecentesco Jacopo Barozzi, conosciuto anche come “Il Vignola”, a cui si devono gli splendidi palazzi dei Farnese».

Le sale del commiato sono suddivise in due zone: l’area salotto e quella più intima che ospita la salma. Ognuna è definita da un colore diverso che ricorre sia sulle tinte delle pareti che nelle tonalità degli arredi di design. Ognuna è dotata di impianto audio e di monitor che assicurano la possibilità di diffondere musiche scelte dai parenti e/o di proiettare immagini e video che ricordino momenti di vita del proprio caro.

Oltre agli ambienti riservati alla veglia del defunto è presente anche una sala dove è possibile celebrare funzioni. Non mancano poi i locali tecnici, la sala autoptica per la preparazione delle salme, uno spazio espositivo ed un angolo relax dove consumare uno snack.
L’intera struttura è stata costruita seguendo criteri di sostenibilità ed è energeticamente autosufficiente, grazie ad un impianto fotovoltaico con pannelli istallati sulla sua copertura, in grado di garantire una produzione di 20 KW.
Al taglio del nastro di Terracielo Vignola le autorità civili e religiose sono intervenute al gran completo: da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, al prefetto di Modena Alessandra Camporota, dall'assessore regionale alla sanità Raffaele Donini al sindaco di Vignola Emilia Muratori, dall'arcivescovo di Modena e Carpi monsignor Erio Castellucci al rabbino capo di Modena e Reggio Emilia Beniamino Goldstein. Soddisfazione unanime è stata espressa nelle dichiarazioni protocollari per aver dotato il territorio di una struttura che mancava, un luogo a disposizione della collettività dove il rispetto per il defunto e per il dolore dei familiari sono elementi imprescindibili. Allo stesso tempo non sono mancati i complimenti a Gianni Gibellini per il suo coraggio e la sua intraprendenza.

«È stata sicuramente una scelta coraggiosa – ha ribadito con orgoglio Gianni Gibellini ringraziando gli ospiti – e ne vado fiero. Fin dall’inizio mi sono battuto per poter offrire ai cittadini colpiti da un evento luttuoso la concreta possibilità di usufruire di un luogo alternativo alle camere mortuarie di ospedali o case di cura; un ambiente semplice ma accogliente che possa aiutare a rendere il momento distacco un po’ meno traumatico.
Solo nel 2021 nelle tre Case Funerarie sono stati ospitati oltre 1.200 defunti: 751 a Modena, 281 a Carpi e 220 a Mirandola. Sono cifre che testimoniano come la società contemporanea senta il bisogno di assicurare il meglio ai propri cari deceduti. Ci tengo a precisare che si tratta di un servizio che non va ad incidere sul costo del funerale, le nostre strutture sono accessibili a tutti, secondo le possibilità di ciascuno».
 
Raffaella Segantin

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