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Per le strade di Bangkok

Tra le pericolose strade di una città affascinante ma caotica, operano gruppi di volontari che dispensano un primo soccorso ai feriti di incidenti, recuperano i corpi delle vittime e placano le ire degli spiriti maligni.

 


Questa è la storia di un fenomeno particolare e suggestivo che caratterizza la capitale della Thailandia, Bangkok, città dai mille volti che racchiude innumerevoli sfaccettature.

Bangkok, con i suoi 8 milioni di abitanti, è una metropoli estremamente trafficata e disordinata tanto da detenere il triste primato di incidenti stradali pro-capite al mondo, con circa 20.000 vittime all’anno. Percorrendo le strade cittadine non è raro trovare lungo le stazioni di servizio o nei pressi degli incroci più pericolosi della città, piccoli gruppi di persone in attesa. Sono i cosiddetti Body Snatchers, letteralmente “rapitori di corpi” o gli “acchiappamorti” come li aveva definiti il giornalista e scrittore fiorentino Tiziano Terzani nel suo celebre libro Un indovino mi disse. Si tratta di gruppi di volontari che con le loro divise e con mezzi di trasporto di fortuna, si recano sui luoghi in cui sono avvenuti crimini o incidenti. In un Paese come la Thailandia con un livello base di assistenza sanitaria, questi soccorritori, che fanno capo a fondazioni e associazioni religiose del territorio, si mettono al servizio della società svolgendo un duplice ruolo: da un lato quello di soccorritori, prestando le prime cure ai feriti perché, molto spesso, arrivano sui luoghi degli incidenti prima delle stesse ambulanze; dall’altro, queste persone assolvono al pietoso compito di recuperare i corpi dei deceduti e, in certi casi, ricomporli per restituirli alla famiglia con la dignità che meritano e permettere loro di raggiungere l’aldilà e la pace eterna.

In Thailandia si crede, infatti, che i Phi Tai Hong, ossia gli spiriti che si sono separati bruscamente dal corpo a causa di morte violenta, vaghino nel mondo dei vivi senza pace. Secondo la credenza, questi spiriti sono molto pericolosi in quanto pieni di risentimento per la fine subita e il loro unico scopo è quello di vendicarsi sui vivi, soprattutto su quelli che ritengono responsabili di quanto accaduto loro. Così, l’unica soluzione è recuperare i corpi, ricomporli in caso di gravi traumi e dare loro degna sepoltura seguendo scrupolosamente i dettami dei rituali funerari Thai. Per questo motivo il servizio svolto dagli "acchiappamorti" assume un'importanza significativa poiché proprio grazie al loro lavoro riescono a proteggere la popolazione dall’ira dei Phi Tai Hong. A conferma della loro potenza e pericolosità, capita assai spesso che gli stessi operatori indossino a loro volta amuleti per salvaguardarsi da questi spiriti cattivi che invisibili e indisturbati circolano seminando altre disgrazie e altro dolore. Sempre secondo le credenze locali, soccorrere persone in difficoltà aiuterebbe inoltre a guadagnare una buona dose di karma, dettaglio per nulla trascurabile che motiva i volontari stessi a dedicarsi a questo misericordioso lavoro.

In Thailandia spesso la cultura buddhista si intreccia con leggende popolari di spiriti e fantasmi e con antiche tradizioni animiste, secondo cui le anime dei morti continuano a vivere sulla terra. Questi spiriti sono conosciuti sul territorio nazionale con il nome di Phi. In tutto il Paese se ne contano una quarantina, alcuni buoni e altri malvagi, spiriti di persone defunte o personificazioni di oggetti o elementi della natura. Per questo agli angoli delle strade e davanti alle case non è per nulla raro trovare piccoli templi dedicati a loro a cui la gente ha l’abitudine di portare cibo e ogni genere di dono per assicurarsi la loro benevolenza e protezione.

Tornando agli "acchiappamorti", oltre che un servizio per la società, l’attività di questi gruppi di volontari ha assunto anche una connotazione economica rilevante. I familiari delle vittime, infatti, sono soliti sborsare considerevoli somme per dimostrare la propria riconoscenza a coloro che, con il proprio operato, hanno contribuito a salvare le anime dei loro cari. Questo ha portato ad una vera e propria concorrenza ai limiti della lealtà, per non dire di pura rivalità, tra le varie associazioni che fanno a gara per accaparrarsi più salme possibili arrivando, non raramente, anche alle mani.

Il fascino della Thailandia risiede proprio nella capacità dei suoi abitanti di far coesistere sfavillanti grattacieli dallo stile prettamente occidentale che trainano il Paese verso un progresso inarrestabile, con un mondo spirituale autentico caratterizzato da superstizioni, antiche profezie e suggestive tradizioni, in cui è fondamentale mantenere stabile l’armonia naturale per poter vivere in pace. Non a caso, il nome d’origine di Bangkok (in lingua thai, Krung Thep Maha Nakhon) significa letteralmente “capitale degli angeli”.
 
Nicole Valeria Bisi


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