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Basilea 2 e i suoi effetti

Considerata l'importanza dell'argomento, di grande attualità e di altrettanta complessità in termini operativi, riteniamo utile organizzare l'esposizione della tematica in tre approfondimenti mensili, al fine di consentire il graduale recepimento delle informazioni fondamentali in esso contenute. Questo mese ci occuperemo delle caratteristiche salienti di Basilea 2 e di alcuni suggerimenti preliminari da dare alle imprese per iniziare a rapportarsi con le banche in modo costruttivo e vantaggioso. A maggio verranno esaminati in dettaglio i mutamenti che Basilea 2 comporterà per le banche in termini di valutazione delle imprese; a giugno, infine, si analizzeranno gli effetti in termini di consulenza sulle imprese ad opera dei professionisti per individuare i dati che utilizzeranno le banche nelle valutazioni e per proporre, di conseguenza, eventuali cambiamenti all'interno dell'azienda che possano comportare una migliore valutazione da parte delle stesse.

 

COS'E' BASILEA 2

È un accordo recepito dai Paesi Evoluti (Stati Uniti, Italia, Germania, …) al fine di rendere gli istituti di credito allineati in termini di rischiosità (tentativo di ridurre il rischio e la fragilità). È prevista una partenza graduale di Basilea 2, attualmente programmata per il 1 gennaio 2007, ma molto probabilmente prorogata al 2008 - 2010. La maggioranza delle banche di un certa dimensione sta già lavorando, però, con i nuovi modelli di Basilea 2.

I tre pilastri di Basilea 2 sono la nuova misurazione del rischio, la vigilanza bancaria, la trasparenza informativa delle banche.

I miglioramenti di Basilea 2 rispetto a Basilea 1 si possono riassumere come segue.

1. Il Patrimonio Minimo da Vincolare per il Rischio non è più fisso all'8%, bensì è pari all'8% dell'Importo Prestato ponderato applicando una percentuale di rischiosità, che può essere inferiore o superiore al 100% in base alle valutazioni di rischiosità attribuite (se, ad esempio, la rischiosità del prestito è pari al 200% in realtà in valore assoluto la percentuale non è più l'8%, bensì il 16%; viceversa in caso di rischiosità pari al 50% diventa il 4%). Ne consegue che la banca che concede prestiti a clienti rischiosi è tenuta a vincolare patrimoni più alti con la diretta conseguenza di vedersi ridotta la redditività, penalizzazione che sarà pertanto indotta a "ribaltare" al cliente mediante un incremento delle commissioni bancarie e dei tassi d'interesse.

2. Vengono premiate le banche che frazionano il rischio su una serie di clienti rispetto a quelle che concentrano la maggioranza dei prestiti su pochi clienti di grandi dimensioni (le nostre microaziende diventano così utili per le banche in quanto consentono la maturazione di particolari "bonus").

3. Le scadenze dei prestiti diventano un elemento importante che contribuisce alla misurazione del rischio.

4. Sono previste garanzie più premiate ed altre meno riconosciute (non vale nulla ad esempio la garanzia costituita dalla ipoteca su un immobile non residenziale).

 

Ne conseguono alcuni suggerimenti alle imprese:

1. informarsi sulle scelte operate dalle banche con cui si opera (metodo standard o IRB) e, sulla base di un'autovalutazione, in caso di giudizio buono rivolgersi a una banca con metodo IRB, diversamente ad una banca con metodo standard;

2. migliorare la comunicazione con gli istituti di credito, rendendosi disponibili a colloqui o ad incontri per commentare i documenti informativi (bilanci, budget,…) nella consapevolezza che per le banche una scarsa e difficile comunicazione costituisce un segnale negativo;

3. individuare l'effetto che le garanzie prestate hanno sul patrimonio da vincolare:

- garanzie immobiliari: col metodo standard gli immobili valgono solo se sono residenziali, con ipoteca di primo grado e valore superiore al prestito, nel qual caso consentono di accantonare l'8% sul 35%, mentre col metodo IRB valgono anche negli altri casi;

- garanzie patrimoniali: il denaro invece viene premiato da Basilea 2 come mezzo patrimoniale a garanzia, in modo maggiore se dato in prestito ad un'unica banca anziché essere messo in azienda come capitalizzazione: la decisione, dunque, dipende da con quante banche si opera (se si opera con più banche conviene lasciarlo in azienda, e quindi in bilancio, consentendo così uno sconto minore ma su tutte le banche);

- garanzie personali: non sono sostituibili; pertanto non vi è alcuna riduzione del rischio se anziché una fidejussione personale ne vengono prestate di ulteriori.

 
Alessandra Pederzoli

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