Basilea 2 e i suoi effetti
Le banche sono tenute a coprire i propri rischi vincolando un patrimonio tanto più elevato quanto maggiore è il rischio valutato sul cliente. Vediamo in sintesi quali rischi la banca deve coprire.
RISCHIO DI CREDITO
Pesa mediamente per l'85%. È l'elemento determinante del nuovo sistema di Basilea 2 e può essere coperto mediante il Metodo Standard o mediante il Metodo IRB (Internal Rating Based).
Il metodo Standard consiste in una misurazione automatica del rischio, utilizzata dalle banche più piccole (credito cooperativo, …) che non hanno le disponibilità né l'interesse ad implementare un sistema autonomo. È pari all'8% del prestito fatto, ponderato sulla base dei rating attribuiti dalle agenzie specializzate, ma poiché la maggioranza delle società è priva di questo rating, finisce nella categoria "unrated" cui si applica l'8% grazie a una percentuale di ponderazione del 100%.
Le percentuali di ponderazione sono le seguenti:
classe |
molto buona |
buona |
unrated |
scadente |
valutazione |
+++ |
++ |
= |
- - |
% ponderazione |
20% |
50% |
100% |
150% |
% effettiva |
1,6% |
4% |
8% |
12% |
Nel caso la banca finanzi piccole imprese e sia autorizzata a gestire i cosiddetti "retail" (portafogli al dettaglio), otterrà uno sconto del 25% sull'aliquota, passando così dall'8% al 6%.
Il Metodo Internal Rating Based (IRB) è una misurazione autonoma della banca, utilizzata dalla maggioranza degli istituti di credito che si sono già attrezzati creando un proprio modello. Può essere pertanto diverso da banca a banca. Si compone di quattro fattori determinanti per la misurazione del rischio, ritenuti le variabili chiave:
- probability of default (PD);
- loss given default (LGD);
- exposure at default (EAD);
- maturità (M).
PD è la probabilità che la banca perda il credito vantato nei confronti del cliente; è compreso in un range tra lo 0,03% e il 100%. Secondo Basilea 2 la probabilità è pari al 100% in caso di credito scaduto e non pagato da più di 90 giorni (fino al 2009 per l'Italia è fissato in deroga a 180 giorni). Detto valore percentuale è stabilito sulla base dei dati storici del cliente, sia interni alla banca che provenienti dalla centrale rischi.
LGD è la percentuale di perdita potenziale in caso di default, e tiene conto di eventuali garanzie o attività in deposito che riducono il valore del credito perso (ad esempio, 1.000 mutuo, 400 titoli in deposito, LGD pari al 60%).
EAD è l'esposizione che avrà la banca quando il cliente sarà inadempiente (ad esempio, fido di 1.000.000, usato oggi per 600.000 ma per 1.000.000 quando andrà in default: EAD = 1.000.000).
M è la scadenza: il rischio di credito è tanto maggiore quanto più lunga è la scadenza. Per la valutazione di questa componente si utilizzano coefficienti statistici.
Le banche di grandi dimensioni elaborano autonomamente quasi tutti i quattro fattori, quelle di dimensioni medie hanno invece un sistema di IRB nel quale misurano unicamente il PD, demandando l'individuazione degli altri fattori a meri calcoli statistici provenienti dall'applicazione di tabelle standard di Basilea 2.
I vantaggi di questo metodo rispetto al metodo standard sono evidenti nel caso in cui nel PD elementi personali del cliente consentano l'individuazione di un tasso di accantonamento inferiore all'8%: ciò consentirà alla banca di avere una redditività costante a fronte di tassi d'interesse e di commissioni più bassi. Nel caso contrario in cui il tasso di accantonamento dovesse essere maggiore, per mantenere la medesima redditività la banca si vedrà costretta ad aumentare i tassi d'interesse.
RISCHIO DI MERCATO
Pesa mediamente per il 7%. La quantificazione di questo fattore di rischio viene effettuata automaticamente applicando tabelle prodotte da Basilea 2 ai dati della società (fatturato, …).
RISCHIO OPERATIVO
Pesa mediamente per l'8% ed è, ad esempio, il rischio di rapina o di black out. Anche la quantificazione di questo fattore di rischio viene effettuata automaticamente applicando ai dati della società tabelle prodotte da Basilea 2.