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ATENE 2004

Ogni ritorno in Grecia, culla della nostra civiltà, costituisce un momento di intensa emozione ed allo stesso tempo ci induce, è fin troppo comprensibile, a stabilire confronti e paragoni con questa terra che, al di là delle reminiscenze scolastiche che imperiose sgorgano dai recessi della memoria, abbiamo personalmente conosciuto, da parecchi decenni ormai, andandovi ripetutamente, attirati vuoi dalla bellezza del Paese (soprattutto nelle isole), vuoi, più concretamente, da esigenze professionali.

Inutile nascondersi che anche qui, in pochissimo tempo, le cose sono cambiate, eccome! La globalizzazione non ha risparmiato l'Ellade, con i suoi evidenti vantaggi, certo, ma anche a detrimento di ritmi di vita, odori, suoni, sapori, contatti con la gente (da sempre meno agiati nella capitale che, come quasi tutte le grandi metropoli, è spesso popolata da soggetti scorbutici e, per le più svariate ragioni, di pessimo umore) la cui qualità s'è ampiamente e temo irreversibilmente deteriorata in pochissimo tempo. Il mio ultimo viaggio nella terra degli dei risale infatti a tre anni or sono. Da allora Atene è considerevolmente migliorata: è molto più pulita, si trova abbellita da audaci opere pubbliche (Calatrava docet), è arricchita da nuovi ristoranti, spesso minimalisti, che non sfigurerebbero a New York o a Parigi. Sembra persino più ordinata e meno inquinata. L'effetto Olimpiadi ha, ancora una volta, sortito buoni risultati. I meno giovani ricordano ancora il repentino cambiamento prodottosi a Roma, e più generalmente in Italia, a cavallo del 1960, anno degli ultimi giochi a dimensione umana ai quali chi scrive ha mancato, per un soffio, di partecipare come atleta ricavando da tale triste esperienza una delle prime lezioni di vita e cioè quella di imparare ad incassare i colpi duri e di veder infrangersi sogni lungamente accarezzati. Occorre, per amor del vero, aggiungere che quell'evento si situava, a differenza dei tempi attuali, in una fase di espansione, il famoso "boom economico", che trasformò l'Italia, uscita con le ossa rotte dalla disastrosa guerra, per farne in pochi anni uno dei Paesi leader del mondo industriale. Sarà essa capace di continuare ad assumere questo ruolo nell'era post-industriale? Ai posteri l'ardua sentenza, anche se le premesse, e qui si dovrebbe parlare più di Europa, ormai, che di Italia, non paiono estremamente incoraggianti.

Ritornando ad Atene, aggiungeremo che il clima (almeno questo non sembra cambiare mai visto che siamo stati accolti dalla piena estate) ha allietato il nostro soggiorno e propiziato, alla fine delle faticose giornate di lavoro, le nostre serate in riva al mare per ritrovare luoghi noti e conti ai quali eravamo molto meno accostumati visti gli aumenti, assolutamente strabilianti ed inattesi, dei prezzi nei ristoranti; soprattutto in quelli che si trovano in mete ambite per i turisti sia per la bellezza incantatrice del sito (è il caso di Microlimano, "piccolo porto", nome che i greci di gran lunga preferiscono, a causa del vecchio contenzioso greco-turco, a quello originario di Turcolimano, "porto turco") che per la notorietà acquisita nel corso degli anni (è il caso di "Plaka", il vecchio quartiere di Atene ai piedi dell'Acropoli, da vedere per informazione e fuggire, trasformatasi in ghetto-bazar totalmente artificiale per turismo di massa dove viene proposta paccottiglia di ogni genere "made in China" a prezzi, spesso, non giustificati). Per dovere di cronaca ricorderemo che è impossibile trovare un espresso a meno di 2-2.50 euro. E poi parliamo male dell'Italia dove la medesima bevanda, fatta "comme il faut", vale un terzo!

Altri quartieri si sono trasformati. È il caso di Kifissià, quartiere "bene" per antonomasia, dove la gioventù dorata della capitale ama ritrovarsi di sera in un ambiente lussureggiante per palmizi, agavi , pini e bouganvillee, ricco di boutiques e ristoranti trendy e che evoca certe atmosfere e serate parioline che terminavano inevitabilmente nel mitico Piper di via Tagliamento, geniale intuizione di Giancarlo Bornigia, allora (siamo nel '65) re delle notti romane, da dove spiccarono il volo, per non citarne che due, certi Renato Facchini e Nicoletta Strambelli, meglio conosciuti come Renato Zero e Patty Pravo. Ad Atene la serata termina in qualche club del litorale (paraliakì) come quello che, ad esempio, abbiamo visitato, dopo una traversata dell'Attica su autostrade nuove di zecca, alle ore piccole e solo dall'esterno a Vouliagmeni ed il cui parcheggio, per campionario di veicoli ivi stazionanti, non aveva nulla da invidiare a quello del Billionaire di Flavio Briatore in Sardegna.

HELLENIC FUNER, alla sua seconda edizione, ha pienamente soddisfatto l'infaticabile Kostas Tsakiroglou, Presidente dell'Associazione Panellenica di Pompe Funebri dal 1983, anno della sua fondazione. Dal punto di vista organizzativo le cose sono state prese in mano da Dimitri Carabinis che, forte dell'esperienza di altre manifestazioni in settori merceologici diversi, ha tuttavia saputo adattare l'evento in funzione delle peculiarità del nostro settore.

I locali fieristici si trovano in mezzo agli uliveti, in una zona passabilmente eccentrica rispetto al centro della capitale ancorché ottimamente collegata ad esso grazie al nuovo sistema viario e ben situata rispetto all'albergo ospitante la nostra delegazione, nuovo di zecca e sede di ritiro dell'AEK, squadra di serie A greca, che suscitava, al passaggio, l'ammirazione incondizionata delle persone del gentil sesso in transito nei paraggi. Qualche difficoltà si è avuta a livello dei taxi. In effetti molti dei tassisti non conoscevano né l'albergo né il sito fieristico, il che complicava considerevolmente, come facilmente si intuisce, la logistica. Per non parlare dei prezzi delle corse, assolutamente fantastici ed incontrollabili, variabili, per lo stesso percorso, da uno a quattro o cinque. Inutile aggiungere poi che ormai (come in Ungheria con le musiche tzigane) è impossibile ascoltare, nelle spesso sgangherate carcasse facenti funzione di taxi, i "nissiòtica", la musica delle isole composta da languide melopee di chiaro influsso orientale e che, allietando i nostri tragitti, ci ricordavano quanto vicini fossimo a paesi come Libano, Siria, Turchia. L'omologazione domina anche qui e quindi avanti tutta con Britney Spears & Co. Su questa categoria professionale, spesso peraltro meritoria, si potrebbe scrivere, dopo tanti anni in giro per il mondo, un vero e proprio trattato....

Maggioranza di espositori, come da logica, greca. Tra gli stranieri, anche a livello dei visitatori, buona presenza, tanto per cambiare, degli italiani. In particolare PILATO ed ALEA con gli autoveicoli, EUROCOF per quanto riguarda i servizi, NEW ARTLEVA con gli accessori nonché, venendo ai cofani, la S.L.F. con il trio FERRARI, LORANDI e SCACF, la siciliana ARTIGIAN LEGNO e, presso i rispettivi distributori locali, le casse di FORGIONE, i bronzi di CAGGIATI, il materiale di SPENCER e le soluzioni informatiche per onoranze funebri di SETTING GROUP. Proseguendo il tour promozionale per l'edizione 2006, anche TANEXPO era presente con un proprio stand, costituendo di fatto il punto informativo di riferimento per il pubblico greco interessato a prodotti e aziende italiane. Tra gli altri stranieri FACULTATIEVE TECHNOLOGIES, presente come sempre malgrado gli ostacoli frapposti alla cremazione (nel paese non esistono forni crematori) da un clero ortodosso estremamente rigido (e forse anche interessato …) e rimarcata presenza di ISOFROID, gruppo francese della famiglia Sigoure, ormai leader nel suo paese nel settore del freddo funerario e leader egualmente in Grecia grazie all'ottimo lavoro svolto da STAVROS KOKKIDIS. Rincresce di dover constatare che il mercato dei veicoli da trasporto funerario, che pure è estremamente ricco di favorevoli potenzialità, risulti per il momento di quasi impossibile accesso ai produttori stranieri (italiani in testa) che sono ingiustificatamente penalizzati da un atteggiamento leonino e manifestamente illegale, nel contesto della libera circolazione di merci e persone nell'ambito dell'Europa, assunto dalle autorità greche. Esse infatti impongono arbitrarie tasse di importazione per i veicoli, tali, se ci si aggiunge l'iva, da quasi raddoppiare i costi dei veicoli, sbarrando, in definitiva, così la strada ai nostri esportatori. Pessimo esempio di non cooperazione europea che le autorità greche danno, preferendo correre il rischio certo di dover pagare penali importanti in caso di contenzioso davanti ai tribunali, ma giocando, chiaramente, sulla lunghezza delle procedure giudiziarie ed intascando nel frattempo, a mo' di predoncelli, le gabelle abusive. Sarebbe ormai tempo di finirla, una volta per tutte, con tali attitudini puerili ed entrare a pieno titolo in Europa senza che i responsabili (o piuttosto gli irresponsabili) greci continuino a coprirsi, con masochistico accanimento, di discredito, coinvolgendo non solo loro stessi (che tutto sommato tale discredito, da emeriti gaglioffi, meritano ampiamente), ma anche il loro paese (che non lo merita assolutamente), il che risulta estremamente pregiudizievole per l'immagine dello stesso. Azioni ben mirate devono essere intraprese da tutte le parti interessate (primi fra tutti gli operatori locali) al fine di cancellare questa stupida ed anacronistica anomalia.

Nella produzione nazionale esposta su stand spesso presieduti e diretti con mano esperta da giunoniche matrone (a ben pensarci, dopo tutto, il famoso abito cretese, quello che termina al di sotto del seno e giunto, chissà come, fino in Carnia, non appare del tutto incongruo in questo paese) abbiamo osservato delle imbottiture semplici e quasi sempre rigorosamente bianche (ancora lo zampino del clero?), ma soprattutto i modelli, inattesi ed in plastica, di specialità dolciarie a base di mandorle, frutta candita ed altri componenti ipercalorici portanti il nome del caro estinto (Iorgos, Panaghiotis, Alekos, Dimitra, Athina, ...) e che, a quanto ci dicono, vengono distribuite ai partecipanti alla fine della cerimonia. Noi, onestamente, li avevamo presi in un primo tempo e con fanciullesca ingenuità per dei cuscini!

L'affluenza dei visitatori è stata relativamente soddisfacente, anche se si può prevedere che essa aumenterà col susseguirsi delle edizioni future e col consolidarsi della manifestazione. A latere si è svolta la riunione annuale della effs.

Domani si parte per Mosca!

"Athìo Athìne, dòbroie ùtro Moskwa". Arrivederci Atene, buon giorno Mosca!

 
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