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Un aiuto per riconnettersi con la vita

Conosciamo da vicino l’Associazione Maria Bianchi, una realtà che offre un concreto sostegno alle persone in lutto per superare il trauma della perdita.


Come si sa, la morte fa parte della vita e tutti noi nel corso della nostra esistenza ci troviamo a dover affrontare la perdita di persone a noi vicine.Non sempre però siamo in grado di accettare la morte quale evento naturale, anche quando colpisce persone anziane, magari dopo una lunga malattia. Ognuno ha una propria sensibilità, risultato del suo specifico passato emotivo e del suo carattere, quindi non codificabile. Il più delle volte il processo di elaborazione del lutto avviene in modo spontaneo, ma per qualcuno rassegnarsi alla perdita e affrancarsi da tanto dolore diventa davvero difficile. Sono questi i casi, non così rari come si potrebbe pensare, che necessitano di un tangibile aiuto da parte di esperti.

Per sopperire a tali richieste esistono istituzioni e figure professionali specializzate in questo ambito, tra cui merita senz’altro un approfondimento l’Associazione Maria Bianchi, costituitasi nel 1986 a Suzzara (MN) su base volontaria. La finalità associativa è quella di offrire assistenza relazionale ai malati terminali e alle persone in lutto, attività, quest’ultima, divenuta nel tempo prevalente. Oggi, con gruppi avviati anche in altre località del modenese e del mantovano, conta una ventina di addetti e circa 60 soci sostenitori e si avvale della collaborazione di esperti in tutta Italia.

È Nicola Ferrari, psicopedagogista con un master nell’Assistenza psicologica nelle situazioni di lutto naturale e traumatico, l’anima dell’associazione. Autore di vari libri e articoli sul tema del lutto e della relazione d’aiuto, è il responsabile dei servizi e della formazione dei volontari.  

A Nicola Ferrari chiediamo innanzitutto chi era Maria Bianchi.
Maria Bianchi non è stato un personaggio particolarmente in vista nel corso della propria esistenza, ma ha lasciato un ricordo ed una eredità che alla sua morte ha portato alla fondazione di questa associazione. Era una infermiera, giunta alla professione per la quale era naturalmente portata, piuttosto tardi (trentacinque anni) a causa di esigenze familiari. Ha cominciato ad esercitare nel 1972 nell’ospedale di Suzzara dove accanto alle qualità professionali si è distinta per la passione e la capacità di entrare in empatia con le persone sofferenti. Colpita da una malattia inesorabile, ha vissuto la propria condizione con tale forza e volontà d’animo da impressionare chi le stava accanto, tanto che alla sua morte si è voluto perpetuarne il ricordo istituendo una associazione per aiutare chi era colpito da malattie terminali e al contempo fornire un indispensabile supporto psicologico ai familiari dopo il decesso di un loro caro”. 
In che modo perseguite i vostri obiettivi?
Oltre ad incontri individuali con le persone colpite da lutto, abbiamo attivato gruppi di auto-aiuto con appuntamenti fissi periodici. Grazie allo scambio di esperienze, alle riflessioni che emergono e alle condivisioni emotive, i partecipanti traggono evidente beneficio nel sopportare e superare il dolore per la perdita riuscendo poi a scoprire e attivare le risorse personali. Dal 1998 abbiamo dato vita anche all’iniziativa Cor-rispondenze unica in Italia e probabilmente nel mondo: un rapporto epistolare organizzato e continuativo tramite lettere e mail. Sono centinaia coloro che hanno scelto questa modalità comunicativa che rappresenta una occasione singolare per creare, lettera dopo lettera, una connessione e un avvicinamento. Per qualcuno mettere per iscritto la propria esperienza e i propri stati d’animo può rivelarsi il mezzo più efficace per scavare nel proprio intimo, dire addio alla persona scomparsa e riconciliarsi con la vita”. 
Vi occupate anche di formazione?
Parallelamente all’assistenza dedichiamo molto spazio ed energie ad attività di formazione. Per i volontari dell'associazione sono previsti percorsi formativi obbligatori sulle varie metodologie che avvengono tramite modalità interattive, di coinvolgimento diretto, con il contributo di esperti. Non ci limitiamo tuttavia solo ai nostri operatori, perché forniamo consulenze, supervisione e aggiornamento per personale curante professionale e volontario a livello più generale. Ultimamente stiamo dando un supporto formativo anche ai docenti, affinché siano in grado di aiutare gli alunni in lutto e/o fornire adeguati strumenti per affrontare eventi luttuosi che coinvolgono la comunità scolastica. Inoltre noi stessi dedichiamo gran parte del nostro tempo a studiare ed aggiornarci costantemente sulla materia”.
Come ha influito l’emergenza Covid-19 nella vostra attività?
Da un anno a questa parte, a causa della pandemia, stiamo assistendo a un fenomeno inedito che ha determinato notevoli ripercussioni sull’equilibrio psicologico di chi ha dovuto vivere la perdita di un congiunto. Non mi riferisco solo al trauma della morte in sé, ma all’impossibilità di assistere i propri cari nei loro ultimi momenti, al fatto di non poter potuto vedere e vegliare la salma, e, almeno nella prima fase della scorsa primavera, al divieto di presenziare le esequie. Tutto ciò ha dato luogo a quello che abbiamo chiamato "lutto soffocato", ovvero uno stato d’animo caratterizzato da profondi sensi di colpa, dallo sconforto dovuto dalla sensazione di aver in qualche modo mancato nei confronti di chi è morto, da una sensazione generale di grande angoscia. Per aiutare queste persone, l’Associazione ha recentemente avviato un nuovo servizio gratuito di elaborazione del lutto in modalità digitale, tramite video chiamata, e quindi con una fruizione più semplice e rapida poiché non prevede viaggi o spostamenti di sorta. Nei mesi scorsi abbiamo anche realizzato cerimonie commemorative collettive rivolte a quelle famiglie che non hanno potuto celebrare un funerale consono ai propri defunti: un’esperienza davvero toccante, da cui i dolenti hanno tratto conforto e beneficio sul piano emotivo”. 
Quali le iniziative più rilevanti dell’Associazione?
Grazie all’entusiasmo e allo zelo di tutto il nostro gruppo vengono messe in campo sempre nuove  iniziative. Oltre o produrre noi stessi libri, saggi e testi narrativi sul tema dell’esperienza della perdita, presso la nostra sede abbiamo attivato una “mediateca”, dove è possibile acquistare o prendere a prestito gratuitamente libri, dvd e riviste dedicate al lutto. Realizziamo inoltre video per la formazione a distanza che inseriamo nel canale Youtube, con la sintesi delle esperienze più significative e le testimonianze dirette di persone in lutto. Siamo poi soliti promuovere incontri e dibattiti (in questo periodo per forza di cose, solo online) condividere letture e persino organizzare spettacoli teatrali: iniziative che diventano veri e propri spazi di riflessione, momenti che possono rivelarsi importanti per la crescita interiore personale”.
Ci può parlare del concorso “Parole Discrete”?
Giunto alla quinta edizione, il concorso nazionale Parole Discrete si rivolge a coloro che hanno vissuto un evento luttuoso e che abbiano voglia di raccontarlo con un elaborato scritto. L’iniziativa di quest’anno, dedicata allo scrittore Luis Sepúlveda scomparso a causa delle conseguenze del Covid, ha come tema principale ‘Il lutto soffocato’, proprio per poter portare in superficie e condividere questa esperienza particolarmente dolorosa e complessa. I testi più significativi verranno pubblicati in un volume. Per conoscere tutti dettagli e il regolamento può essere consultata la pagina dedicata sul nostro sito cliccando qui”.
Un servizio di grande valenza sociale quello profuso dall’Associazione Maria Bianchi, che risponde ad un bisogno di solidarietà e di accoglienza a cui tutti possono accedere con estrema facilità: è sufficiente inviare una lettera per iniziare una corrispondenza riservata, individuale, gratuita e continuativa con un operatore abilitato. Le risposte sono assicurate nel giro di breve tempo.
 
Raffaella Segantin


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