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IL CIMITERO MONUMENTALE DI ZAGABRIA

Arte e memoria a Mirogoj

Il cimitero monumentale di Zagabria si chiama Mirogoj, un nome che significa "luogo dove si coltiva la pace". Centoventisei anni fa, nel 1876, quando questo cimitero accolse i suoi primi abitanti - che fino ad oggi sono quasi trecento mila - il nome Mirogoj si trasmise dal luogo di villeggiatura dei vivi al luogo di riposo dei morti. La città acquistò allora l'antico podere di Ljudevit Gaj, che nella prima metà dell'Ottocento era stato il capo del movimento nazionale croato. Ed il nome di Mirogoj si è adattato perfettamente a questa trasposizione, mostrando così che anche il cimitero è il contenuto vivo della città, che anche la morte è un capitolo della vita.

La città che costruiva questo complesso monumentale, aveva allora - e questo va messo in rilievo - non più di ventiquattro mila abitanti. Era la capitale di uno stato che dopo la scomparsa della propria dinastia nazionale, nel 1102, aveva conservato per nove secoli la sua continuità tramite il parlamento indipendente, sempre però all'interno delle diverse strutture politiche straniere, e spesso diviso tra più di una. Il popolo croato, piccolo di numero, sempre costretto a difendere la propria esistenza, frustrato per la mancanza di un potere politico effettivo, compensava la realtà politica sfavorevole onorando con una particolare enfasi la cultura e la memoria della nazione. La memoria, che lotta contro la morte ma al tempo stesso rivela quanto questa sia profondamente presente nella vita, è senz'altro uno dei temi privilegiati dalla sensibilità di tutta l'Europa Centrale. Ed il Mirogoj di Zagabria, quel tributo straordinario di una piccola nazione alla memoria, è una delle espressioni più belle e simboliche di questo spirito mitteleuropeo.

La città di Zagabria si trova in una posizione pittoresca sotto il monte Medvednica (il Monte degli Orsi). Mirogoj nacque quando si decise di riunire gli antichi cimiteri, sparpagliati dal Medio Evo presso le varie chiese parrocchiali, su una delle sue verdi colline. Il più noto di questi cimiteri era quello di San Giorgio al nord della Città Alta: molti dei suoi monumenti sono stati trasferiti a Mirogoj. La scelta di questa ubicazione ha accentuato l'importanza di Mirogoj come motivo urbano. Poiché Mirogoj si è trovato di fronte e al di sopra della città dei vivi. Ed il progettista che l'ha ideato, l'architetto Hermann Bollé, ha offerto alla città il riflesso idealizzato della sua immagine, costruendo la visione monumentale della Gerusalemme celeste che con una serie sontuosa di cupole si delinea magnificamente sullo sfondo del cielo. Hermann Bollé (1845-1926) è uno dei più importanti architetti dell'Europa storicista. Discendente di una nota famiglia di costruttori di Colonia, fuggita a suo tempo dalla Francia per le persecuzioni degli Ugonotti, Bollé era discepolo e collaboratore del famoso architetto viennese Friedrich von Schmidt. Il vescovo croato Josip Juraj Strossmayer, celebre per essersi opposto al dogma sull'infallibilità del Papa al Concilio Vaticano, aveva invitato Bollé in Croazia. Il suo soggiorno qui è durato cinquant'anni, cioè fino alla morte. In Croazia Bollé ha costruito innumerevoli edifici, lasciando la sua impronta sulle città e sui paesaggi; ha intensamente partecipato alla vita culturale, fondando istituzioni, educando generazioni di architetti e di artisti; fu uno dei fondatori ed il primo direttore della famosa Scuola e del Museo delle Arti Decorative, fra le prime d'Europa. La città di Zagabria ottocentesca è in un certo senso la sua opera di autore. Molto importante il suo restauro della cattedrale zagabrese medioevale; e Mirogoj è il suo capolavoro.

Costruito nelle forme neorinascimentali, per la purezza delle sue superfici e dei suoi volumi Mirogoj dà l'impressione di essere una architettura moderna. È molto forte il contrasto tra la facciata esteriore completamente chiusa - come una fortezza - e la trasparenza luminosa del porticato interno. La bellezza delle prospettive, la ricchezza delle visioni, il gioco delle luci e delle ombre, la chiarezza perfetta del ritmo e l'armonia delle proporzioni - insieme ai viali ombreggiati ed ai vari elementi dell'arte dei giardini e del paesaggio - costituiscono uno spazio dove l'anima si rappresenta l'al di là come un mondo migliore.

Per le difficoltà finanziarie Mirogoj fu in costruzione durante più di mezzo secolo; la cappella centrale del Cristo Re è stata compiuta dopo la morte di Bollé. Ma il suo progetto fu rispettato in tutto.

La forza della sua architettura era tale che quando la città di Zagabria, cento anni dopo Mirogoj, costruì il complesso del crematorio nell'area del cimitero monumentale, i suoi autori, gli architetti Hrzi´c, Krznari´c e Mance, hanno reinterpretato i temi principali di Bollé in chiave moderna. Creando la migliore opera architettonica della Zagabria contemporanea, questi architetti hanno riaffermato il significato del "tema morte" per la cultura croata e mitteleuropea.

Ma Mirogoj non è solo una architettura di massimo livello. Questo cimitero è un monumento alla tolleranza come pochi altri ambienti possono offrire. Il cimitero era diviso in sezioni particolari, secondo le confessioni, pari nei diritti. E nell'immagine magnifica delle cupole di Mirogoj tutti i simboli confessionali si trovano ugualmente elevati sopra la città: la croce cattolica, la croce ortodossa, la stella ebraica, e nessuna guerra, nessun evento storico ha rimosso questa immagine dal cielo di Zagabria.

Mirogoj è il Pantheon della storia croata; dalle "Vittime di luglio" che nel 1845 hanno dato le loro vite per la libertà della patria, dai grandi artisti e uomini politici del rinascimento nazionale, fino ai grandi poeti e scrittori del nostro tempo come Tin Ujevi´c, Miroslav Krleza, Ivana Brli´c Mazurani´c, o gli idoli della gioventù sportiva come Drazen Petrovi´c. Gli abitanti di Zagabria hanno un vero culto par la tomba di Stjepan Radi´c, il capo politico del popolo croato, ferito a morte nel 1928 nel parlamento di Belgrado. Non si potrebbero nominare tutti i personaggi illustri che in questo cimitero hanno trovato la loro requie. Alcuni defunti, quei vinti che non scrivono la storia, soltanto oggi hanno ottenuto il diritto di manifestare la propria presenza silenziosa, insieme con i vincitori. Così i soldati tedeschi uccisi nella seconda guerra mondiale, le cui tombe sono state riarate dopo la vittoria del comunismo nel 1945; o le vittime di Bleiburg e della Via della Croce, i calvari del popolo croato dopo la seconda guerra. Le vittime dell'ultima guerra per la Croazia sono un nuovo capitolo della storia di Mirogoj.

Chi viene a visitare Mirogoj per Ognissanti o per il Giorno dei Morti può trovarsi davanti ad una scena del cielo stellato in terra: migliaia e migliaia di candele e lumini che luccicano nella notte fredda e che si uniscono in una unica fiamma presso la Grande Croce. Ogni fiammella è una memoria, un ricordo di noti e di ignoti. E tutti insieme sono l'anima della città che rende omaggio alla sua storia.

Il cimitero è anche una galleria ricchissima di opere d'arte. La storia di Mirogoj è la storia della scultura, dell'arte decorativa, ed anche della pittura croata. Tanti artigiani-artisti, soprattutto quelli della scuola di Bollé, ci hanno lasciato le loro opere. Molti monumenti sepolcrali anonimi illustrano la storia degli stili. Nel verde rigoglioso, tutti insieme custodiscono la quiete di questo parco, questo luogo di contatto tra le due realtà, tra i due mondi.
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