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Arrivano i primi dati sulla mortalità del 2017

I numeri che riguardano la mortalità dell'anno appena trascorso si avvicineranno a quelli del 2015, anno record per l'Italia?

Ci chiediamo in molti se l’anno appena concluso sia o meno, per l’Italia, un anno di record per quanto riguarda la mortalità. Arrivano segnali, alla data in cui scriviamo queste note, che la mortalità nel 2017 abbia raggiunto valori importanti, che a livello nazionale potrebbero oscillare tra i 630.000 e i 640.000 decessi, valori quindi molto vicini ai dati del 2015 (circa 647.500), anno boom per la mortalità nel nostro Paese.
Importanti città hanno fatto registrare numeri significativamente elevati. La situazione appare però a macchia di leopardo con alti valori di decessi soprattutto in alcune aree metropolitane. Dati più bassi invece in città di dimensioni più contenute o nei piccoli paesi di campagna. Stando così le cose, diciamo che rispetto ai valori 2015 ci si può attendere uno scostamento di circa il 5% (in meno).

A valori molto elevati dei primi mesi dell’anno, corrispondenti a decessi spesso causati da complicanze di sindromi influenzali, hanno fatto seguito alcuni mesi di relativa calma per subire poi una nuova impennata nei mesi estivi, a causa di una situazione climatica particolarmente calda. Da settembre in avanti la mortalità è di nuovo scesa su valori non particolarmente importanti, per poi crescere nuovamente a dicembre, in coincidenza con l’aumento dei casi influenzali. Pertanto si può dire che il settore funerario e cimiteriale è stato interessato da due ondate di mortalità particolarmente significative: nell’inverno e nell’estate.

In Italia i dati statistici (quando va bene, perché talvolta ritardano …) sono diffusi con circa 4 mesi di ritardo e quindi il 20 dicembre 2017 l’ISTAT ha pubblicato i soli dati mensili di mortalità fino a tutto il mese di agosto 2017.

L'andamento dei dati in altri Paesi europei

Vediamo ora la situazione negli altri Paesi. Nel Regno Unito a metà dicembre 2017 è stato diffuso uno studio del servizio di statistica nazionale che segnalava l’alta mortalità nei primi 3 trimestri (Q1 fino a Q3) del 2017, raffrontati con il passato. Pertanto anche in Gran Bretagna, nel 2017, la mortalità ha avuto un andamento simile a quello italiano, pur essendo diversa la latitudine e lo sviluppo influenzale.
L’istituto tedesco di statistica non ci aiuta a comprendere l’evoluzione della mortalità in quel Paese, dal momento che i dati mensili diffusi si fermano al maggio 2017.
Va meglio con la Francia, dove l’INSEE (la loro ISTAT) fornisce i dati a tutto novembre 2017 (anche se provvisori). E qui abbiamo una sorpresa, perché i dati previsionali 2017, inserendo per il mese di dicembre un valore analogo a quello dello stesso mese di anni precedenti, fa risultare che il 2017 supera di poco la mortalità totale del 2015 e che i tre anni hanno valori di mortalità simili.
Non ci resta che fare un rapido viaggio su internet in Spagna per ricercare i dati di mortalità di quella nazione, che sono fermi al primo semestre 2017. Anche qui troviamo che raffrontando i numeri del primo semestre 2015 (226.190 defunti) con quelli dello stesso periodo del 2016 (210.300 defunti) e del 2017 (219.835 defunti) appare confermato che il 2017 sarà un anno di elevata mortalità, ma non superiore al 2015.

Tutte queste considerazioni servono semplicemente a far comprendere ai nostri lettori che è importante per chi si occupa professionalmente del settore funerario disporre rapidamente di dati statistici non solo economici, ma soprattutto sulla evoluzione della popolazione e in particolare della mortalità. È importante per programmare gli acquisti delle imprese funebri (e prima di loro dei produttori di cofani e accessori), le presenze al lavoro del personale, ecc..

Che cos'è il SiSMG

A dire il vero in Italia esiste una sorta di termometro di mortalità. Il problema è che è noto a pochi. È  un servizio del Ministero della Salute. Si tratta del Sistema Nazionale di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera (SiSMG), attivo dal 2004, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio – ASL RM1. Il Sistema è stato realizzato nell’ambito del Progetto CCM, Ministero Salute “Piano Operativo Nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute”. Esso consente di monitorare, in tempo reale, il numero di decessi giornalieri nella popolazione e di segnalare eccessi di mortalità per attivare in tempi brevi interventi di risposta all’emergenza, effettuare tempestivamente una valutazione dell’impatto sanitario di eventi meteorologici estremi (ondate di calore, periodi di particolarmente rigidi, piogge intense) e di altri fattori di rischio (epidemie influenzali, inquinamento atmosferico …).
Il SiSMG include 34 città (capoluoghi di regione e città con oltre 250.000 abitanti: Aosta, Bolzano, Trento, Torino, Milano, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Ancona, Roma, Rieti, Viterbo, Civitavecchia, Frosinone, Latina, L’Aquila, Pescara, Napoli, Campobasso, Potenza, Bari, Taranto, Cagliari, Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo, Catania e Messina) e copre circa il 20% della popolazione Italiana.
Chi volesse saperne di più può vedere l’ultimo report settimanale disponibile al seguente link. Gli ultimi dati vedono già la previsione di un andamento positivo, superiore alle aspettative, nel periodo che va da ottobre 2017 ad aprile 2018, dovuto in particolare al picco di epidemia influenzale.
Peccato che questi dati vengano diffusi solo attraverso grafici e non i valori assoluti, distinti per aree geografiche. Ma non disperiamo! Può darsi che questo appello pubblico ne permetta la conoscenza e la diffusione anche fuori dello stretto ambito medico.
 
Daniele Fogli


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