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Architettura di rara bellezza

È il titolo attraverso il quale il Festival dell'Architettura presenta la sua terza edizione, confermandosi nel tempo come luogo di dibattito sui temi della città e dell'architettura, coniugando approfondimento e coinvolgimento del pubblico, ricerca e divulgazione. Un punto di vista non convenzionale, ma attento anche alle problematiche, agli autori ed ai contesti meno noti, attraverso un approccio multidisciplinare e iniziative di respiro internazionale. Dal 23 al 29 ottobre 2006 il Festival si riorganizza lungo la via Emilia nel suo tratto occidentale, con cadenza di 20 chilometri: alla sede storica di Parma, infatti, si aggregano Reggio Emilia e Modena, coinvolgendo un intero ambito territoriale in un percorso di reciproca valorizzazione tra contenuto e contenitori, ricercando corrispondenze di significati tra le architetture delle nostre città e quelle proposte, di volta in volta, dalle mostre.
"Architettura di rara bellezza" manifesta l'esigenza di misurarsi con il problema estetico dell'architettura soprattutto attraverso il superamento del sempre più richiesto e spesso superficiale bisogno di bellezza della contemporaneità. Quindi si parlerà di bellezza per indagarne ragioni e categorie di giudizio, mettendo in discussione i canoni più comuni e convenzionali. Oltre 20 occasioni espositive di grande rilevanza scientifica, dislocate nel centro storico di Parma, Reggio Emilia e Modena, si interrogheranno sulla bellezza dell'architettura attraverso cinque sezioni tematiche (architettura/mondo, architettura/Italia, arte e architettura, storie di architetti, ricerche in mostra). Parallelamente si susseguiranno conferenze, momenti di incontro e di dibattito con i protagonisti delle esposizioni, rassegne di editoria, letteratura e cinema e, infine, i concorsi di progettazione, prerogativa di un Festival che, sin dalla nascita, ha tra i suoi obiettivi principali quello di dare spazio e visibilità ai giovani. Un palinsesto articolato e pensato per un pubblico vasto ed eterogeneo che sia capace di farsi parte attiva negli incontri.
La terza edizione del Festival si propone di confermare la propria identità di laboratorio-evento che indaga i temi proposti a partire dai problemi che sono alla loro base. Nel programma spicca la sezione "L'Architettura dell'addio. Sale del commiato e altri luoghi della ritualità del cordoglio", a cura di Luca Boccacci e Maria Angela Gelati e con il patrocinio culturale di Asce, del Centro Studi Oltre e della Fondazione Ariodante Fabretti.

Carlo Quintelli è il direttore del Festival.
"La sperimentazione principale di questa terza edizione riguarda la dislocazione degli eventi e delle mostre. Dai luoghi del Festival si passa alle città del Festival, aggregando Reggio Emilia e Modena a Parma. Una aggregazione non casuale, suggerita dall'assetto lineare dell'insediamento nato sulla via Emilia di cui, anche attraverso una manifestazione culturale come la nostra, vorremmo disvelare tutto il potenziale metropolitano. Nel concreto: le location del Festival sono raggiungibili a piedi in dieci minuti dalle stazioni ferroviarie delle città che il treno collega fra loro in meno di 20 minuti. Un Festival policentrico deve però concentrare eventi e mostre in un solo luogo: 5 mostre al Foro Boario di Modena, 5 ai chiostri di San Domenico a Reggio, 10 nel triangolo Pilotta/Teatro Farnese - San Ludovico - Camera di Commercio, a Parma".

I vostri obiettivi.
"Istruire e far risaltare ancora di più il rapporto tra traccia tematica e ricerca. Ci siamo sempre dati un titolo, prefiggendoci di far riflettere coerentemente chi progetta mostre ed eventi e chi di questi fruisce. La prima edizione, Eteroarchitettura, era incentrata su pluralità e contaminazioni della cultura architettonica; la seconda, Architettura: ricchezza e povertà (poi copiato dal neonato Festival dell'Economia) ha orientato la discussione su questioni basilari in senso economico e semantico; quest'anno non potevamo non misurarci con il problema estetico".
"Architettura di rara bellezza": un titolo ironico che lascia spazio a molte interpretazioni.
"Il titolo non è ironico, o meglio può essere ironico proprio perché serissimo. Certamente è evocativo, visionario, desiderante, ... per molti aspetti femminile. La bellezza invocata comprende la riflessione sul suo opposto, il brutto, e apre ad una dialettica dove le categorie prefissate possono essere ridiscusse e addirittura ribaltate. È un approccio che ci porta ad osservare aspetti dell'architettura non necessariamente estetizzanti. Soprattutto proveremo a superare l'idea di bellezza come strumento per pregiudicare soluzioni ed espressioni del progetto. È come se si cercasse la bellezza interiore dell'architettura, la sua anima".

Chi saranno i protagonisti?
"Voglio mettere da parte la retorica dei volontari, dei visitatori-attori, della partecipazione, ... . Ovviamente tutto questo esiste e determina l'effetto festival, ma non possiamo assumerlo sul piano del protagonismo. Penso invece che il ruolo principale possa essere assunto da quei curatori di mostre e di eventi che sono stati capaci di produrre, con pochi mezzi a disposizione, straordinarie occasioni conoscitive, di alto livello scientifico e di buona resa divulgativa. Il nostro visitatore ideale è un esteta particolare, curioso ed anticonformista, un flaneur metropolitano, sveltissimo (tutto il festival in 8 ore, da un treno all'altro) o piuttosto lento (3 giorni, con pause per pranzo e cena che, in terra emiliana, non deludono mai). Architetti, professionisti, studenti, docenti, imprenditori, amministratori pubblici; ma vorrei sempre più gente, senza preoccupazioni da audience televisivo e con l'ostinazione utopica ed ottimisticamente morale di rivolgerci a tutti coloro che usano l'architettura. Il Festival è un'opportunità unica di evento-laboratorio, di introspezione ai temi e alle espressioni, di risoluzione dei problemi. Al tempo stesso sta diventando una macchina sempre più complessa cui servirebbe un supporto istituzionale più deciso e responsabile. Siamo fiduciosi. Nel nome dei 10.000 visitatori che ci prepariamo ad accogliere".

Il programma completo della manifestazione è consultabile sul sito internet di Oltre Magazine (www.oltremagazine.com) e su www.festivalarchitettura.it.
 
Roberta Balboni

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