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L'architettura dell'addio. Sale del Commiato e altri luoghi della ritualità del cordoglio

Dal 23 al 29 ottobre 2006 il Festival dell'Architettura ha presentato la sua terza edizione intitolata "Architettura di rara bellezza", confermandosi nel tempo come luogo di dibattito sui temi della città e dell'architettura, coniugando approfondimento e coinvolgimento del pubblico, ricerca e divulgazione.
In particolare, nella sezione tematica architettura/mondo grande interesse ha suscitato l'esposizione intitolata "L'Architettura dell'addio. Sale del commiato e altri luoghi della ritualità del cordoglio", curata da Luca Boccacci e da Maria Angela Gelati, con il patrocinio culturale di Asce, del Centro Studi Oltre e della Fondazione Ariodante Fabretti.
La specifica iniziativa è stata sostenuta dalla Vezzani, leader nel settore degli accessori cimiteriali e nei materiali sempre innovativi.
Allestita presso il Foro Boario di Modena "la mostra si articola attraverso soluzioni che appartengono a geografie e sguardi differenti", ha detto Maria Angela Gelati, "per raccontare l'evoluzione del concetto tipologico del cimitero nella società contemporanea occidentale, volta alla realizzazione di nuovi luoghi della ritualità".
In un certo senso dunque quella esposta non è stata semplicemente la "riscoperta" di un fondamentale momento della nostra architettura, per recuperare un elemento che non sempre ha la giusta attenzione da parte del pubblico, ma anche il modo di raccontare gli spazi del cordoglio dell'ultimo decennio, quasi del tutto sconosciuti.
In particolare sono state prese in considerazione opere recenti, italiane e straniere, per spiegare non solo le trasformazioni dei meccanismi culturali e sociali in atto, ma anche per evidenziare temi e identità dell'architettura funeraria mediante l'esplorazione di nuovi progetti, appena realizzati o in corso di realizzazione. Sono stati raccolti progetti relativi a spazi polifunzionali al commiato, come il Tanatorio municipal di León (Spagna) degli architetti J. Badia e J. Val; il Crematorio di Brescia dell'architetto R. Ciravolo; il Progetto del Tempio crematorio di Torino dell'architetto G. Canella; il Cimitero monumentale di Verona: Progetto di Sala del commiato degli architetti M.G. Eccheli e R. Campagnola; il Cimitero di Neubiberg di Monaco di Baviera (Germania) dell'architetto A. Von Schönborn; il Nuovo Crematorio Baumschulenweg di Berlino (Germania) degli architetti A. Schultes e C. Frank; il Cimitero di Trento: Sala per il commiato laico e giardino delle rimembranze dell'ingegnere G. Franzoi; la Chiesa della Esperanza de María en la Resurrección del Señor di Città del Messico (Messico) dell'architetto P. J. Barreiro.
Inoltre, per quanto riguarda i nuovi ampliamenti cimiteriali, il Cimitero di Armea (San Remo) degli architetti A. Amoretti e M. Calvi; il Cimitero di Roncaglia Rio (Padova) dell'architetto C. Aldegheri con A. Ibrahim; il Cimitero del Piratello (Imola) dell'architetto A. Contavalli; il Cimitero di Mesola (Ferrara) dell'architetto G. Braghieri.
Parallelamente al percorso visivo si è sviluppata una tavola rotonda per ragionare in maniera combinata sui temi del commiato in una chiave di "confronto interdisciplinare" che ha visto presenti, oltre ai curatori dell'evento, Maria Canella, Mauro Felicori, Enrico Valeriani e Federica Verga.
 
Roberta Balboni

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