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Saturno contro

L'amicizia, la morte, la separazione

Un gruppo molto affiatato di amici dai trent’anni in su. Capaci di passare intere serate attorno ad un tavolo tra chiacchiere, litigi e divertimenti vari. Una piccola famiglia insomma, non tradizionale, ma non per questo meno ricca di amore e di affetto. Ci sono Luca Argentero e Pierfrancesco Favino, una felice e innamorata coppia omosessuale convivente. Ci sono Margherita Buy e Stefano Accorsi, coppia eterosessuale sposata ma in crisi coniugale. Ambra Angiolini ha qualche problema di droga ed è una appassionata di astrologia. A completare un cast stellare Serra Yilmaz, mentore del gruppo, ed Ennio Fantastichini, tristemente solo e affezionato ad un antico amore perduto. Un tragico evento sconvolgerà la consueta e radicata routine del gruppo. Lorenzo (Luca Argentero), il più sognatore, il più buono, il più giovane, durante una serata tra amici ha un malore e perde i sensi. Il malore si aggrava repentinamente. Lorenzo entra in coma e nel giro di poche settimane muore.
Ferzan Ozpetek è abilissimo nel dirigere un cast di alto livello, orchestrandolo in un film corale maturo e toccante. Un film che tesse temi come l’amicizia, l’amore, la morte e le difficoltà nell’accettarla. Delle conseguenze che necessariamente nascono nel momento in cui qualcuno viene a mancare, improvvisamente e precocemente. La morte inaspettata di Lorenzo qui scuote la vita degli amici, che fino a quel momento hanno sempre saputo la direzione da prendere e dove andare. Il dolore non è mai scontato, è intimo e delicato.
Le lacrime scorrono, l’esistenza sembra all’improvviso labile e precaria, e ognuno la interpreta e ne soffre in modo diverso. C’è chi si dispera, chi pensa di non riuscire ad andare avanti e chi, faticando ad accettare la tragedia, preferisce sognare l’amico e immaginarlo vivo, sorridente come è sempre stato. Insomma, situazioni e sensazioni assolutamente reali all’interno delle quali ognuno si può immedesimare. Vissute però diversamente a seconda dell’età e dell’esperienza. Del resto il cinema di Ozpetek (che ha raggiunto il suo culmine con Le fate ignoranti) è un inno alla concretezza, ad una discesa nel reale spesso scomodo, ma comunque presente. Qui la paura della morte e della solitudine la fanno da padrone, intrecciate elegantemente con l’amicizia e l’affetto che, se possibile, rendono la pellicola ancora più tragica e più dolorosa. La morte di una persona cara diventa l’occasione per riflettere su se stessi, per fare un bilancio della propria vita e per cominciare a trasformarla in virtù di una rinnovata energia. Si riaprono tensioni latenti e piccoli rancori, ma si rinsaldando anche antichi legami e si spengono precedenti dissapori. Perché nulla è per sempre.
Girato interamente a Roma, addirittura nella casa di Ozpetek, la pellicola gode di uno struggente, latino e passionale tema musicale, realizzato da Neffa. Spesso ci si commuove, accompagnati dalla capacità quasi poetica di Ozpetek di utilizzare la macchina da presa. Inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi Mentre Lorenzo dorme, essendo Lorenzo l’elemento catalizzatore della storia, l’ago della bilancia senza cui nulla sarebbe accaduto.
Impeccabili tutti i personaggi, a cominciare da un malleabile Pierfrancesco Favino che non si smentisce neppure in un ruolo tanto difficile. Ma più riusciti forse i personaggi secondari (Ambra Angiolini ed Ennio Fantastichini ad esempio), le cui battute affilate e taglienti esprimono alla perfezione i rispettivi stati d’animo.
 
Laura Savarino


SATURNO CONTRO
(Italia, 2006)
 
di Ferzan Ozpetek
Durata: 110 minuti
Cast: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Luca Argentero, Margherita Buy, Ambra Angiolini, Serra Yilmaz, Milena Vukotic, Isabella Ferrari, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino

 
CURIOSITA'
Il regista dedica il film a Hrant Dink, scrittore turco di origini armene e paladino della lotta per i diritti civili in Turchia. Dink è stato ucciso ad Istanbul nel gennaio del 2007.
 
Alla fine del film appare una dedica a Flavio Merkel, caro amico di Ozpetek e dello sceneggiatore Gianni Romoli, con cui aveva più volte collaborato, morto improvvisamente nel 2004. Il tema del film è strettamente legato all’elaborazione di quel lutto.
 
Il vero nome di Minnie, il personaggio interpretato da Lunetta Savino, è Minerva.
 
Nel film compare il dipinto “Ultima Cena” del pittore Giovanni Gasparro: per la prima volta il tema sacro del cenacolo viene trattato escludendo le figure di Cristo e degli apostoli e raffigurando un tavolo deserto, colto dopo l’allontanamento dei commensali, sul quale, tra i piatti, un rivolo di vino-sangue fluisce da un bicchiere riverso, come metafora dell’imminente sacrificio.
 
Come in tutte le opere di Ozpetek e Romoli, ci sono citazioni cinematografiche di varia origine: in questo caso il film sull’AIDS, Che mi dici di Willy? (per la scena dell’obitorio), Viale del tramonto (1950) di Billy Wilder e Rebecca, la prima moglie di Alfred Hitchcock. Impossibile non vedere analogie anche con il film di François Ozon Il tempo che resta (2006).

 
FRASI CELEBRI
"Ci sono momenti come questo in cui riesco a sentirmi felice. Non voglio novità, sorprese, colpi di scena. Voglio che rimanga tutto così per sempre. Anche se so che per sempre non esiste…"
Lorenzo (Luca Argentero)
 
"… Io esagero sempre… è il mio unico pregio…"
Roberta (Ambra Angiolini)
 
"Nessuno vorrebbe essere come me. Neanche io."
Roberta (Ambra Angiolini)
 
"Il problema non è accettare ma condividere!"
Sergio (Ennio Fantastichini)
 
"Non mi piacciono le etichette, se una persona mi piace non bado a cos’è o a chi è...."
Paolo (Michelangelo Tommaso)

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