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L'uomo nell'ombra

L'ambiguità del vivere

Il lavoro di un ghost writer non è di certo dei più semplici. Autore di biografie dei soggetti più disparati, il suo nome non compare mai sulla copertina e non ha alcun riconoscimento pubblico. Inoltre, è esposto ad una serie non indifferente di pericoli. E quando la biografia in questione è quella dell’ex premier inglese Adam Lang (Pierce Brosnan) i problemi si moltiplicano. Ewan Mc Gregor è il ghost writer a cui viene affidato l’incarico: non ha un nome proprio, non viene mai nominato. È un nessuno. L’incarico non potrebbe arrivare in un momento peggiore: Adam Lang è stato accusato dal tribunale dell’Aia di crimini contro la guerra ai danni di alcuni terroristi di Al Quaida e attende di essere processato. Misteriose voci circolano intorno alla sua persona. E il mistero si infittisce quando emerge un’altra rivelazione: il precedente ghost writer, incaricato come Mc Gregor di redigere la biografia, muore in circostanze inspiegabili poco prima che il libro venga pubblicato. Semplice casualità o qualcosa di più? Mc Gregor indaga, porta alla luce segreti mai rivelati, mette a repentaglio la propria vita, ma alla fine scopre la verità. Non può sfuggire al destino però: subirà la stessa sorte del suo predecessore e nessuno saprà mai cosa realmente è accaduto.
Il concetto della morte espresso nel film non è certo inedito nella storia del cinema. La tradizione cinematografica è costellata di improvvisati eroi che rischiano la vita in una impresa impossibile. Qui il protagonista non sa a cosa va incontro: certo, l’importanza dell’incarico comporta una serie prevedibile di rischi, ma non prende assolutamente in considerazione quello più estremo. Il ghost writer è morto per lavoro. Anzi, di più: è morto per portare a termine il proprio lavoro. Perché con l’evolversi dell’indagine percepisce il pericolo mortale a cui è esposto. Ma la curiosità è troppa. E, soprattutto, è tenace la sua lealtà verso valori etici che lo portano a voler rivendicare il potere della sincerità sulla menzogna.
Il film porta la proverbiale firma del regista Roman Polanski. Seguendo le orme di Hitchcock, Polanski ha sempre privilegiato nel suo cinema l’ambiguità del vivere. Approda ora al thriller con risvolti spionistici, che evoca la sua filosofia in un contesto moderno e assolutamente attuale. La vita è qualcosa di labile e di sottile, e può essere messa in discussione dai particolari più insignificanti formati dalle scelte che l’uomo compie, scelte irreversibili di fronte alle quali l’essere umano è posto proprio dalla stessa vita e dalla sua ambiguità. Dalle scelte si può uscire indenni o non si può uscire affatto. Si vince e si perde.
L’uomo nell’ombra si avvale di una brillante regia e di un cast di tutto rispetto. Pierce Brosnan interpreta con maestria il proprio ruolo e Kim Cattrall è una spalla perfetta. Ewan Mc Gregor è adattissimo nei panni dell’uomo qualunque, che cerca di destreggiarsi in una trama che rischia ad ogni passo di travolgerlo con le sue rivelazioni. Del resto, l’eroe di Polanski è l’uomo del terzo millennio che non conquista la propria identità, ma che la perde con l’andare della trama.
 
Laura Savarino


L'UOMO NELL'OMBRA
(Usa, Germania, Francia, 2010)
 
di Roman Polanski
Durata: 131 minuti
Cast: Ewan Mc Gregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Olivia Williams, Tom Wilkinson

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