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ALCIDE CERATO

Quando sarò morto, non vorrei andare subito in paradiso, - diceva Gino Bartali - ma in purgatorio: li almeno c'è ancora una salita da fare" e di strade in salita Alcide Cerato ne ha percorse tante.

Era un ciclista professionista, correva il Giro d'Italia quando nel 1964 un brutto incidente sulle strade del Piemonte, lo lasciò a terra con le ossa rotte, la licenza ritirata dalla Federazione. Passò dal mondo più vitale per antonomasia, quello dello sport, al mondo della morte, rilevando la piccola impresa di onoranze funebri del suocero.

Sconcertato, in principio, poi la convinzione che se quello si doveva fare, bisognava farlo bene. Questa che incominciava era la vera salita, doveva superare il grigiore, il senso di oppressione, le reticenze, i pregiudizi che ruotavano e per la verità ruotano ancora, intorno al mondo delle onoranze funebri. Odiava il nero e fece di tutto per dare colore alla sua nuova professione.

L'ufficio della San Siro di via Pantano, in pieno centro di Milano, è ben arredato, elegante, colorato; non c'è nulla che possa far pensare di essere entrati in una impresa di onoranze funebri, il personaggio, il Commendatore Alcide Cerato, è estremamente loquace: "l'America di 40 anni fa era nel settore delle onoranze funebri, già più avanti di quanto non sia oggi l'Italia e questo per colpa delle leggi, della cultura italiana, e anche di chi fa il mio mestiere. Io vivo a Milano, gestisco il 20% dei funerali di questa città e posso dirle che si sta perdendo l'importanza sociale e familiare della cerimonia funebre, non si onorano più i defunti"

Dagli anni 60 ad oggi, è cambiato il suo mestiere?
"È cambiato il modo di vivere, sono aumentati i divorzi, si sono rotte le famiglie, si sono rotti i climi provinciali dove la famiglia era importante, il mestiere è cambiato perché è cambiata la società italiana e con queste trasformazioni si è modificato anche il modo di onorare i defunti.
Vuole qualche dato che testimoni i cambiamenti in corso? In Milano, le cremazioni sono aumentate molto, succede che si è perso il rito religioso del cimitero, ci si è dimenticati dell'esistenza delle tombe di famiglia, non interessano più."

Come si onorano oggi i defunti?
"E' qui il problema, il cliente chiede la velocità, vuole concludere la cerimonia in fretta nella convinzione di soffrire di meno, oggi si teme la partecipazione emotiva a questo evento".

Si sono adeguate le leggi?
"No, sa cosa è il funerale per lo Stato italiano? E' semplicemente la possibilità di prendere un cadavere e seppellirlo o cremarlo il più in fretta possibile, in modo che non sia più inquinante; anche questo è diventato un problema ecologico, mentre fino a qualche anno fa il cadavere era rispettato per quello che era stato l'uomo in vita.

In cosa consiste la professionalità delle imprese di onoranze funebri?
"La cosa che più mi fa inorridire è la mancanza di professionalità che sintetizzerei con il tentativo di ingannare il cliente, con la mancanza di rispetto nei confronti del dolente, bisogna indicare alla gente le strade per arrivare ad una onoranza pulita. Oggi è in atto una speculazione continua, si approfitta delle altrui disgrazie, il profitto nel nostro mestiere è l'ultima cosa, l'importante è riuscire a capire la psicologia dell'individuo che si trova di fronte a te, capire cosa prova ed aiutarlo a risolvere i problemi che incontra in tale circostanza, con la tua esperienza. Io queste cose le ho capite da molte tempo".

In sintesi: l'adeguamento delle leggi, una giusta informazione che aiuti il cittadino a superare i tabù della morte, oltre alla formazione professionale permetteranno una rivalutazione professionale delle imprese di onoranze e le porteranno a qualificarsi come agenzie di servizi per il cittadino.
"Io personalmente ci aggiungo un rinnovamento sistematico dell'azienda, e dei mezzi utilizzati, una grande varietà di prodotti; vede, ( e mi apre il catalogo dei prodotti ) noi dobbiamo avere tutto quello che gli altri hanno, quello che non hanno ancora, quello che non hanno più, il nostro successo sta nel gestire il funerale in un modo che le altre aziende neanche conoscono, riteniamo di non avere concorrenti."

Quanti funerali fate in un anno?
Il 20% dei funerali milanesi

Funerali eccellenti?
"Faccia lei, mi dica a Milano fra quelli eccellenti quali non ho fatto. Lavoriamo con tutti dall'uomo comune fino al leader.

La gran parte degli italiani arriva impreparato in una impresa di onoranze?
"La gente ragiona come se non dovesse mai morire, quando lo sappiamo tutti che la morte è certa; la gente ha una totale impreparazione, non c'è peggior sordo di quello che non vuole sentire, gli italiani sono superstiziosi, la morte è tabù nel 2000 così come una volta. Forse solo il 5% lascia detto qualcosa ai parenti".

Quindi, regola numero uno: il problema morte va affrontato prima.
"Certamente, bisogna informare, informare, informare, non mi stancherò mai di dirlo, noi lo abbiamo fatto con pubblicità sui quotidiani, con il calendario ambrosiano, con depliant informativi, con un giornale, siamo entrati nelle case in punta di piedi".

C'è qualcuno che ha bussato alla sua porta dicendo: quando morirò voglio essere sepolto così o così?
"No, ma hanno lasciato detto chiamate la San Siro."

Dove vuole arrivare la San Siro?
"Di cose ne ho fatte molte, quasi tutte innovative, qualche volta per queste mie idee ho ricevuto insulti e minacce, ora noi non possiamo scontentare la gente, i miei figli dovranno continuare su questa strada".

Quali minacce?
"Cosa vuole, lo scorso anno ad esempio, siamo usciti con una intera pagina di pubblicità su diversi quotidiani dove invitavamo i cittadini a informarsi del loro funerale…. parlare di morte è difficile, ci sono ancora troppe reticenze e tabù".

Concorrenti?
Riteniamo di non averne, ad ogni modo sappia che fino a due anni fa, c'erano in Italia, 3500 operatori, ora sono 7-8 mila.

Quali consigli darebbe ai giovani che iniziano il suo mestiere?
Non ci si improvvisa; è ora di finirla di farci chiamare ladri, improvvisatori, i piccoli devono diventare grandi, il futuro di questo mestiere, considerando che lo si fa 365 giorni all'anno sta nel creare un gruppo di lavoro, la San Siro non ha bisogno, ma i piccoli possono unirsi a noi, potremmo dare loro dei servizi.
C'è un gran movimento nel settore, l'expo di Modena lo dimostra, è stato eccezionale, siamo i primi in Italia per la produzione quantitativa e qualitativa di bare, produciamo i migliori carri funebri d'Europa, purtroppo solo sulla spinta di Cerato; chi ha osato fare il primo carro funebre 35 anni fa con la Rolce Royce? e il primo carro funebre-pullman?
 
Marina Piantoni
 

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