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Accostarsi alla morte in modo intimo e dignitoso

Emozionato ed orgoglioso per questa sua nuova creatura che andava a prendere vita, Alcide Cerato ha voluto intorno a sé, oltre agli affetti più cari e alle più alte cariche istituzionali, una moltitudine di amici, colleghi ed esponenti del comparto funerario internazionale che, con lui, hanno celebrato l'inaugurazione ufficiale della Casa Funeraria San Siro, una struttura di eccellenza utile a svolgere una fondamentale funzione sociale e a dare lustro ad una città, Milano, che da sempre rappresenta un laboratorio di idee che poi troveranno concreta applicazione nel resto d'Italia.
Il taglio del nastro è stato effettuato dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che, nel corso di una breve cerimonia, ha sottolineato i meriti acquisiti da Cerato "in più di quarant'anni di attività svolta sempre con spirito imprenditoriale, ma soprattutto con un forte senso etico e con una spiccata sensibilità nei confronti del dolore altrui".italiano degli anni ‘60, è vittima di un incidente che porrà fine alla sua carriera sportiva.
Cerato ha ricordato come "la storia della San Siro inizi da una caduta dalla bicicletta". Alcide, uno dei protagonisti del ciclismo
"Mi sono guardato intorno. Mio suocero aveva una piccola impresa di onoranze funebri e, addentrandomi in quella realtà, ho iniziato a studiare il problema. Non so quanti ricordino cosa erano le cerimonie funebri del tempo. Le Imprese di allora sembravano fare a gara per rendere ancora più triste un momento di per sé già molto doloroso: i funerali erano preceduti dagli orfanelli, le porte delle case erano addobbate con paramenti neri; nera era la bara; garofani e rose erano i soli fiori a cui si pensava, le carrozze funebri erano rivestite di pennacchi e di stoffe nere ... . Da qui una domanda dalla cui risposta è nata la San Siro: perché tutto questo? Perché il funerale non può essere un momento in cui, nell'assoluto rispetto del dolore, vi sia la testimonianza di una razionalità che guarda alla vita che prosegue?".
La strada non è stata semplice.
"Ho dovuto raccogliere informazioni, studiare ciò che accadeva negli altri Paesi, capire come si potesse onorare il defunto sostituendo a quei mezzi antichi forme più rispettose della sensibilità moderna. Partendo dall'attenzione alle esigenze della vita, abbiamo cambiato il modo in cui pensare alla morte. Le divise dei necrofori sono diventate blu o grigie; il nero dei paramenti è stato eliminato; abbiamo introdotto per primi i cofani funebri in rovere chiaro. Abbiamo offerto la possibilità di scegliere i fiori di stagione. Per sottolineare questa nostra volontà di innovazione siamo entrati a far parte dell'American Funeral Director, il sindacato americano che riunisce tutte le imprese funerarie di quel Paese. E soprattutto abbiamo iniziato ad offrire un servizio coerente al gusto, alla sensibilità e ai mezzi delle singole persone".

Siete stati i primi a introdurre in Italia la possibilità di utilizzare, per il trasporto funebre, automobili esclusive come la Rolls Royce.
"Siamo stati anche quelli che, in tempo di austerity, per contenere i costi abbiamo inventato per i trasporti di lungo tragitto un autobus attrezzato per accogliere, in una zona dedicata, il feretro. Abbiamo svolto servizi per migliaia e migliaia di famiglie milanesi appartenenti a tutti i ceti sociali, alle più diverse fasce di reddito, a un credo religioso che non fosse solo quello cattolico: sempre attenti ad assicurare il punto di contatto migliore fra desideri e bisogni, abbiamo dato a ciascuno il massimo che potevamo, cercando di interpretarne la volontà in modo rispettoso e discreto, offrendo ciò che nessuno può offrire in termini di qualità e con il migliore rapporto tra prezzi e prestazioni, risolvendo sempre tutti i problemi senza mai crearne, comprendendo con la delicatezza necessaria il dolore altrui. Oggi, purtroppo, il panorama sta velocemente cambiando: nella selva del libero mercato nascono operatori improvvisati che aggiungono scontento al dolore".

La San Siro è abituata ad aprire nuove strade. Da sempre.
"Ci rapportiamo con la morte ogni giorno, nel rispetto umano e religioso che il trapasso impone.
All'insegna di professionalità, valori etici, conoscenze tecnologiche, rispetto della privacy, piena aderenza alle legislazioni funerarie.
Da questo saper pensare e parlare per conto altrui abbiamo realizzato la Casa Funeraria, un luogo di servizi ragionati e progettati seguendo quanto accade in altri Paesi: in Scandinavia, in Francia, in Germania, negli Usa, nei paesi dell'Africa e, non ultima, in Spagna.
La Casa Funeraria San Siro rende possibili una serie di servizi importanti ed innovativi: è il luogo in cui la salma può essere ricoverata quando occorre tempo per organizzare il funerale o quando si desidera che le visite di parenti e amici avvengano in un contesto adeguato, diverso dall'abitazione o dalla struttura ospedaliera in cui si è avuto il decesso. È un progetto realizzato nel pieno rispetto delle tradizioni, del decoro e delle diverse confessioni religiose, con la consueta garanzia di efficienza e di professionalità che da quasi cinquant'anni caratterizzano il nostro marchio
".

La Casa Funeraria San Siro consente a chi vive di accostarsi alla morte nel modo più intimo e più dignitoso.
Realizzata su una superficie coperta di duemila metri quadrati, ha quattromila metri quadrati di parco.
Al suo interno sono presenti sette appartamenti che, grazie a pareti scorrevoli, possono aumentare o diminuire nella superficie in base alle esigenze personali. Una Sala per il Commiato permette lo svolgimento di cerimonie funebri di qualsiasi culto o laiche. È disponibile un servizio di tanatoprassi estetica, così come uno psicologo fornisce a parenti ed amici il necessario supporto per affrontare nel modo più giusto il triste evento.
 
Roberta Balboni

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