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Al di là della latin dance

Si sono appena conclusi, ma buona parte di noi ha ancora in circolo l’adrenalina di vittorie inaspettate e bellissime e l’amaro in bocca per quell’unica sconfitta, purtroppo la più importante. Sì, parliamo dei Campionati Europei di calcio 2012, l’evento sportivo che ha dominato le serate estive nell’ultimo mese. Nessun timore: non ci inseriremo in alcun modo nel dibattito su cosa ha sbagliato Prandelli nella finale e se ha sbagliato, non è questo che ci interessa. Come sapete, ci occupiamo di musica. Gli eventi sportivi, in particolare Mondiali ed Europei di calcio, vengono sempre accompagnati da una colonna sonora scelta dalla commissione organizzatrice: si tratta solitamente di motivi molto orecchiabili e ritmati, che vengono suonati prima di ogni partita e all’inizio di tutte le trasmissioni televisive dedicate alla manifestazione. L’inno ufficiale degli Europei 2012 è stato Endless Summer di Oceana, cantante tedesca di origini martinicane. Il brano rientra nel genere dance con influenze latine. Considerando che gli Europei si sono svolti in Ucraina e in Polonia, le influenze latine non erano proprio di casa. Si tratta di uno strano fenomeno: manifestazioni di questo tipo rappresentano una enorme opportunità di marketing per i Paesi che le ospitano, ma non per la loro musica. Negli ultimi anni, infatti, si è abbandonata la pratica di chiedere a un artista locale di comporre l’inno optando per cantanti di fama, ad esempio Shakira nei Mondiali del Sudafrica, o per brani dal ritmo coinvolgente, come nel caso di Euro 2012, ma che non rispecchiano in alcun modo la cultura musicale dei territori ospitanti.
In controtendenza, dunque, vorremmo provare a capire qualcosa di più della musica di Ucraina e Polonia. In Ucraina la musica popolare è stata profondamente influenzata dai bylyn, poemi epici, e dalle dumas, ballate liriche cosacche, e più in generale dalla tradizione orale portata avanti dai cantastorie erranti che tra i secoli XVI e XVII girovagavano suonando e cantando al ritmo della kobza, uno strumento antico della famiglia del liuto. L’evoluzione della kobza è la bandura, uno strumento a corde che conobbe una incredibile diffusione, tanto da diventare il simbolo del Paese.
Uno dei più importanti esponenti del mondo musicale ucraino è sicuramente Nikolaj Lisenko: compositore, direttore d’orchestra e pianista, ma soprattutto colui che ha dato luogo a un imponente lavoro di raccolta, di studio e di elaborazione delle antiche canzoni popolari ucraine. Tra la fine dell‘Ottocento e l’inizio del Novecento gettò la basi per la nascita della musica classica ucraina e del sentimento di identità nazionale lavorando sulle tradizioni popolari e fondando la Scuola Nazionale Ucraina di musica. Nel secolo scorso la produzione musicale del Paese è stata profondamente influenzata dal regime russo a causa delle continue censure. Negli ultimi anni, invece, è sembrata rinascere grazie al genere elettronico che, in alcuni casi, supera la qualità della produzione occidentale. Non è un caso infatti che in Ucraina, più precisamente a Popivka, si svolga il più importante festival di musica elettronica d’Europa, il Kazantip. La kermesse ha la durata di un mese e ospita dj e giovani visitatori provenienti da tutte le parti del mondo; si tratta di un evento talmente coinvolgente e partecipato da aver preso il nome di “Repubblica di Kazantip” perché è in grado di riunire un numero di persone assai elevato ed eterogeneo da costituire una nuova nazione. I biglietti di accesso sono chiamati “visti”, i partecipanti sono i cittadini della Repubblica e non mancano certo il Presidente e i Ministeri della musica, del divertimento e del ballo.
La Polonia, invece, risente della maggiore occidentalizzazione del Paese ed è particolarmente in evidenza il genere rock. Dai romantici notturni di Chopin di fine Ottocento al metal dei giorni nostri: questo è il cammino che ha percorso la musica polacca nell’ultimo secolo. Oggi infatti sono moltissimi i gruppi rock che hanno riscosso in patria grandissimo successo, che producono sound di qualità, ma che fanno fatica a guadagnare la ribalta in campo internazionale, penalizzati come spesso accade dalla lingua. Quelli che ce l’hanno fatta sono i Myslovitz che dal 2005 hanno iniziato ad aggredire il mercato estero dove hanno trovato elogi e paragoni fin troppo lusinghieri con Radiohead e Muse. Tra i gruppi metal i più famosi sono i Vader che, con il loro primo singolo nel 1990, hanno venduto oltre diecimila copie, diventando una leggenda per il genere. Con loro, hanno popolato la scena polacca i Behemoth, i Decapitated e i Graveland.
La scena internazionale è molto più variegata e complessa di quanto potrebbe sembrare ad un primo sguardo superficiale. La sorpresa potrebbe cogliere anche le commissioni organizzatrici di importanti manifestazioni sportive e finalmente favorire la promozione della musica dei Paesi ospitanti. Per una volta, al di là della latin dance.
 
Sara Sacco


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