- n. 1 - Gennaio 2018
- Fiere
25 anni ed è sempre più bella!
Compie un quarto di secolo l'esposizione funeraria russa, svoltasi a Mosca dal 25 al 27 ottobre, che da alcune edizioni in partnership con Tanexpo è diventata "Necropolis-Tanexpo World Russia"
Venticinque anni ormai! Tanti ne sono passati da quando nella capitale siberiana Novosibirsk (terza città della Federazione Russa - dopo Mosca e San Pietroburgo - con più di due milioni di abitanti) in un lontano mese di maggio in cui appena iniziava il disgelo, l’amico
Serguey Borisovitch Yakushin, allora Presidente della Sibirskaya Yarmarka (la Fiera Siberiana), portava al fonte battesimale la sua nuova creatura, consacrata all’universo funerario che si aggiungeva alla buona settantina di esposizioni organizzate da quell’ente fieristico.
Il mercato funerario nella Russia di ieri
Possiamo ben dire di essere stati i pionieri in quel Paese. A tale titolo, in occasione del venticinquesimo anniversario, ci è stato consegnato un trofeo, di cui siamo particolarmente fieri, attribuito al primo europeo non facente parte del blocco socialista ad entrare nel mercato russo. Unici “occidentali” a parteciparvi (come espositori dell’azienda francese di cui allora facevamo parte) rimanemmo più che fortemente impressionati, per non dire sconvolti, da quanto avemmo l’opportunità di vedere.
Bare, ad esempio, simili a delle casse d’arance (quelle di legno!) rivestite all’esterno ed all’interno con della carta crespa di pessima qualità e dai colori improbabili (violetto, lilla, rosso fuoco, giallo limone…) e che, ciliegina sulla torta, davano la possibilità, osservando il cofano dal basso, di apprezzare la luce tra le assicelle parallele che ne costituivano il fondo. Il solo pensare, con raccapriccio, al calvario dei poveri portatori nei mesi estivi, con tutto quello che poteva cadere loro addosso, ci dava i brividi. Fortunatamente a quelle latitudini per molti mesi all’anno domina il gelo e, quantomeno in tali periodi, i liquidi congelavano non appena prodottisi. Non doveva essere lo stesso, evidentemente, nelle regioni calde del Paese. Ma meglio non pensarci!
Le cose non andavano meglio con gli altri prodotti. Autofunebri sgangherate, o arrugginite ed ammaccate (viaggiare con i pneumatici lisci sul ghiaccio o su delle strade sconnesse non è certo il massimo!) accessori per noi inimmaginabili, corone di fiori di plastica che allora si vedevano come tali anche da lontano e via dicendo. Prezzi ovviamente bassissimi, per adattarsi al potere d’acquisto limitato, anche se in un modo o nell’altro, grazie “all’arte di arrangiarsi”, del denaro alla fine ce n'era. Un esempio? Avevamo portato, su richiesta di una azienda con cui avevamo buoni rapporti, una decina di imbottiture che avevamo appeso alle pareti dello stand tanto per saggiare il terreno. Nulla di eclatante ma ciò nondimeno tutti coloro che arrivavano volevano comperarle di botto. Si rispondeva loro di passare l’ultimo giorno, dopo la chiusura, perché solo allora avremmo potuto cedere l’oggetto delle loro brame. Già molto tempo prima dell’orario stabilito si formava la ressa attorno allo stand e le “babuske” con l’occhio voglioso e con mazzette cospicue di dollari (!!!) in mano attendevano, impazienti, il “via”. Vacci a capire qualcosa... Magari erano le stesse che in quei tempi non lontani ritrovavamo davanti agli aeroporti o alle stazioni una vicino all’altra con in mano, per venderlo, chi un cucchiaino da tè, chi una mezza salsiccia, chi uno pneumatico di bicicletta ben usato, chi una mela… a farla breve tutto ciò che potesse trasferire qualche
kopeko nelle tasche delle venditrici. Immagine di un mondo ormai scomparso testimone inequivocabile della realtà quotidiana di un sistema politico-economico già sepolto da un paio d’anni. Sempre troppo tardi, tuttavia. E come poi quei poveri centesimi di rublo si trasformassero in dollari rimane per me ancora un mistero.
All’epoca l’unico albergo decente, si fa per dire, era il
Sibir, sinistro trionfo, grigio e tetro, dell’architettura sovietica con decine di cerberi poco rassicuranti che controllavano ogni entrata ed uscita ed il cui unico pregio era quello di essere vicinissimo alla stazione della mitica Transiberiana guardando la quale fuggivamo dall’oppressione del presente per sognare di arrivare a Vladivostok dopo aver attraversato l’immensa Siberia, la “terra che dorme” come indica il suo nome. Le rare Lada-Vaz (con la famosa Zhigouli), Moskvitch, Zil che percorrevano, quasi saltellando, le strade sconnesse e tutte appartenenti all’amministrazione o ai nomenkalturisti (oggi traformatisi, mutatis mutandis, in oligarchi miliardari ) non creavano gli ingorghi mostruosi che si formano ora con le Audi, BMW, Mercedes, Jaguar e Ferrari che sfrecciano davanti alla chiesetta che costituirebbe il centro geografico della Russia. Oggi a Novosibirk l’offerta alberghiera è ai massimi livelli con quasi tutti i gruppi mondiali (Marriott, Hilton etc.) presenti.
E venendo al settore che ci interessa, due case funerarie private, lussuosissime, offrono servizi di grande qualità. In qualche lustro il mondo funerario, e non solo, è cambiato e Necropolis-Tanexpo World Russia ne è la vetrina. Ormai la manifestazione, dopo qualche edizione in Siberia ed a San Pietroburgo, s’è stabilita definitivamente nella capitale Mosca, mentre dei “forum regionali”, che non hanno il respiro internazionale dell’evento maggiore, si tengono un paio di volte all’anno nei grossi centri periferici. L’anno prossimo, per informazione, uno di questi, Nekropol Baikal, avrà luogo il 27 e 28 giugno a Irkutsk.
Le tendenze di oggi
L’edizione recentemente conclusasi della fiera russa che da qualche tempo si svolge
in partnership con Tanexpo, ha confermato le tendenze osservate nel corso degli ultimi anni. U
n numero relativamente importante di espositori, anche se spesso con piccoli stand, una buona frequenza di visitatori e una proposta di prodotti più ampia in quantità e qualità. Evidentemente il contesto politico internazionale influisce negativamente sugli scambi con l’estero anche se il rublo si sta lentamente rivalutando dopo la brutale caduta degli ultimi anni. Alcune aziende straniere rivedono la loro organizzazione nella prospettiva di penetrare significativamente il mercato di quel Paese. Certo, il compito non sarà agevole visti anche, oltre ai dati macroeconomici, gli obiettivi impedimenti di carattere amministrativo, retaggio ancor palpabile dei tempi andati. È altrettanto certo, peraltro, che i primi arrivati saranno coloro che, precedendo gli altri, trarranno profitto da una ripresa da tutti auspicata e che ormai non dovrebbe tardare.
In tale contesto alcune imprese italiane hanno deciso di partecipare a Necropolis-Tanexpo World Russia 2017. Intendiamo parlare soprattutto di
Baltea che ha ormai, grazie ad un lavoro tenace e sagace condotto da
Vincenzo Carbone, una posizione di assoluto rilievo propiziata anche dall’avvedutezza nello scegliere il “partner” condizione, questa, imprescindibile, soprattutto in Russia, per garantire la perennità dell’azienda. Altro attore italiano di rilievo è stato
Ciroldi che per la prima volta si è affacciato su quel mercato. L’ottimismo di
Nicola Maretti lascia presagire un futuro ricco di soddisfazioni in un settore, quello della cremazione, che, anche in Russia come in ogni altra parte del mondo, sta crescendo in maniera spettacolare. Ne fanno fede le numerose urne presentate, alcune pregevoli per originalità e fattura e del resto ben quattro produttori di forni hanno partecipato all’evento. La veneta
BSZ - Technical Ceramics malgrado l’impossibilità di disporre, per problemi di trasporto, di una parte cospicua del materiale spedito, ha nondimeno riscosso un interesse foriero di futuri successi.
Anche i prodotti per la cremazione per gli animali di
B-CP hanno attirato numerosi visitatori. In definitiva una fiera interessante, sotto diversi aspetti, per le aziende italiane che tutte, occorre segnalarlo, saranno a Bologna dal 5 al 7 Aprile per partecipare a Tanexpo 2018.
Per ciò che è della produzione locale è doveroso constatare che anno dopo anno, forte anche dell’esperienza derivante dai contatti con l’estero, progredisce in termini di innovazione e qualità. Ciò è particolarmente percettibile a livello di cofani e monumenti, sempre tanti, nei quali il classico colore nero lascia spazio a prodotti più accattivanti dalle tinte meno “funeree” e dalle forme più ricercate. Anche le decorazioni floreali, i nastri e persino i veicoli sono stati rivisti per rispondere alle esigenze sempre più precise e sofisticate della clientela. Ciò accade in particolare nelle grandi città dove i gusti cambiano rapidamente in parallelo con un sistema funerario che si sta sensibilmente modificando. L’esempio più eclatante ci viene dall’acquisto da parte di una
new entry di un importante attore del settore funerario moscovita proprietario, tra l’altro, del solo forno crematorio privato della capitale. Non solo ma i nuovi titolari stanno mettendo in opera innovativi sistemi di gestione funeraria che verosimilmente modificheranno sostanzialmente i tratti della professione oltre che a Mosca anche, in un secondo tempo, nel resto del Paese. Non va dimenticato che ormai nei grandi centri i servizi da 2500/3000 euro (lasciamo da parte quelli milionari e spesso pacchiani dei boss della malavita che non fanno testo) pur se ancor largamente minoritari (ma con i grandi numeri anche una piccola quota di mercato significa migliaia di servizi) aumentano costantemente.
Altro indice significativo: la volontà espressa da molte imprese di pompe funebri di venirci a trovare a Bologna e l’intenzione di alcuni produttori di esporre a Tanexpo. Vi terremo informati. Lasciamo Mosca pieni di ottimismo, lieti per aver ritrovato tanti amici e con la certezza di vedere, l’anno prossimo, come sarà cresciuto bene il neonato di venticinque anni fa. Sì, un bel po’ di strada è stata fatta da quel Maggio del 1993. E non è finita!
Il Viaggiatore